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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Operazione Gullit: otto arresti

    TARQUINIA – Alle prime luci dell’alba è stata portata a termine una vasta operazione antidroga, denominata Gullit,  eseguita interforze dai Carabinieri, Guardia di Finanza e Questura di Viterbo, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con il supporto della Direzione Centrale Servizi Antidroga, che ha smantellato un network internazionale di trafficanti di cocaina di matrice albanese, operante nel centro Italia, con basi operative a Roma, Viterbo, Livorno, e piattaforme di stoccaggio in Belgio e Albania. Con l’impiego di circa 250 uomini, tra Carabinieri, Finanza e Polizia, unità cinofile ed aeree, sono stati eseguiti, su ordine del gip di Roma, numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere, un decreto di sequestro preventivo di appartamenti, autovetture di grossa cilindrata, conti correnti ed altri beni di provenienza illecita, per un ammontare complessivo di circa 2 milioni di euro, nonché circa 50 perquisizioni domiciliari. Otto persone sono state arrestate, fra pusher e promotori del sodalizio; sequestrati ingenti quantitativi di cocaina, proveniente dall’Albania, dal Belgio e dalla Spagna e destinata a rifornire il mercato della capitale e della provincia di Viterbo. Gli arrestati sono: Klodian Shpata, Gani Terzia, Elvis Kallazi, Gentian Xhani, Ismail Rebeshi e Ana Roko (sorpresa dagli agenti della squadra mobile a gettare lo stupefacente dalla finestra di una casa in via Vico Squarano, a Viterbo), Andrea Lombardi, romano e Gaetano Vitagliano, napoletano. Perquisizioni sono state effettuate anche a Tarquinia, presso l’abitazione di un giovane, noto come consumatore abituale. I controlli eseguiti dalla finanza nella città etrusca avrebbero però dato esito negativo. La particolarità dell’attività investigativa, iniziata nell’agosto 2008 e proseguita per circa 2 anni, risiede nella forte e continua sinergia operativa che ha unito le tre forze di polizia, ottimo esempio di concreta collaborazione fra diversi organismi investigativi, con l’obiettivo comune di assicurare alla giustizia pericolosi criminali operanti in un settore di forte allarme sociale come quello del traffico di sostanze stupefacenti. L’indagine era stata intrapresa a Viterbo, con la direzione della locale Procura della Repubblica, ed ha interessato anche Bagnaia, Celleno, Soriano nel Cimino, Vetralla, Tuscania e Tarquinia, dove operavano i trafficanti albanesi. In un primo momento le forze di polizia hanno operato separatamente; poi, le successive convergenze investigative hanno consentito alla Procura della Tuscia di riunificare i procedimenti e a tutte le polizie di proseguire congiuntamente l’attività, migliorando i risultati complessivi. Ravvisando l’esistenza di un’associazione a delinquere di matrice etnica, dedita al traffico internazionale di stupefacenti, la D.D.A. di Roma, nella persona del sostituto procuratore dottor Staffa e gli organi di polizia giudiziaria hanno accertato che grossi carichi di cocaina provenivano da Roma, dove erano stanziati personaggi albanesi, il cui stile di vita, estremamente agiato, non rispecchiava il proprio stato di nullafacenza ed irregolarità sul territorio nazionale. Da qui le indagini si sono allargate su indagati operanti a Campagnano di Roma e nella città di Livorno, che si approvvigionavano sempre nella capitale.