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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Operazione "Gold Camp", dieci arresti

    CIVITAVECCHIA – Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal giudice per le indagini preliminari Angelo Giannetti, ed eseguite all’alba dai carabinieri della stazione di via Antonio Da Sangallo, a conclusione di una complessa attività di indagine che ha permesso di sgominare una banda dedita al traffico di sostanze stupefacenti radicata nel quartiere di Campo dell’Oro, con ramificazioni anche a Santa Marinella: teatro dell’intensa attività di spaccio era il cosiddetto “campetto rosso” tra le vie Marche, Valle d’Aosta e Sardegna, accessibile da un solo ingresso. Nel mirino dei militari nove ragazzi e una 48enne; tre sono agli arresti domiciliari (Michele Siena, Giada Aprile e Carla De Maso), gli altri sette sono invece stati trasferiti nel carcere di Borgata Aurelia (Emanuele Cerroni, Alessio Carru, Marika De Luca, Simona Lucia, i fratelli Fabio e Simone Salladini e Diego Serra.
    L’operazione, denominata “Gold Camp” che vede coinvolte in totale una trentina di persone, tra cui una decina di minorenni, è durata da agosto a novembre 2009 ed ha permesso di recuperare più di 1 kg di hashish e CARABINIERI800 grammi di cocaina, di cui circa 300 sequestrati nella notte, oltre a diecimila euro in contanti, piantine di marijuana e materiale per il taglio e il confezionamento delle dosi. Oltre alla detenzione illecita in concorso di sostanze stupefacenti, finalizzata allo spaccio, alcuni degli arrestati sono accusati anche di rapina, estorsione e uso indebito di carte di credito. Uno dei ragazzi, infatti, per pagare la droga, ha sottratto carte di credito, denaro ed oggetti in oro ai genitori. «Per non compromettere l’operazione e non far capire ai ragazzi che erano sotto indagine – ha spiegato il capitano Lorenzo Ceccarelli – i militari coordinati dal maresciallo Giuliano Mangoni hanno condotto verifiche e controlli apparentemente casuali ed occasionali, ma in realtà ben mirati. Si è arrivati così all’individuazione di assuntori, pusher e fornitori, questi ultimi di Roma». Le indagini sono partite dalla denuncia dei residenti del quartiere e di alcuni genitori preoccupati; sono state così portate avanti dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Margherita Pinto, fino al blitz della notte scorsa, «accelerato – ha aggiunto il Capitano – da un episodio estorsivo avvenuto qualche giorno fa ai danni di uno dei ragazzi». Nella banda una parte importante veniva ricoperta dalle quattro donne; erano infatti, CARABINIERIsecondo gli investigatori, due ragazze ad effettuare le “consegne a domicilio” dello stupefacente. «Inoltre – ha aggiunto il capitano Ceccarelli – anche i nostri movimenti erano ben controllati da alcune “vedette”: appena mettevamo piede nel quartiere, anche per motivi diversi dall’operazione in sé, partiva un tam tam di messaggini tra i cellulari dei ragazzi».