TARQUINIA – Sono rimasti pochi giorni alla scadenza dei termini per la presentazione del piano di riordino della sanità regionale al Governo. Venerdì pomeriggio il governatore del Lazio Renata Polverini da Viterbo, dove si è recata per un incontro sul patto di stabilità regionalizzato, ha confermato che il piano «ancora in lavorazione», può essere rivisto fino all’ultimo giorno. Guai ad usare la parola «modificare»: «Disponibile a modificare che cosa? – ha sottolineato la Polverini – la nuova rete ospedaliera deve ancora uscire. Non abbiamo nulla da modificare perché stiamo ancora costruendo». Sulla questione dei reparti di Tarquinia e Civita Castellana, dei quali da tempo si parla di rischio chiusura, la governatrice non si è sbilanciata, limitandosi tuttavia a dire che manterrà «tutti i reparti che sono in linea con le indicazioni del ministero della Salute e dell’Organizzazione mondiale della sanità». A quanto si sa, tali indicazioni, prevedrebbero 500 parti annui per i reparti di Ostetricia: di pochissimo al di sopra dei dati effettivi registrati a Tarquinia (480 nel 2009 e 490 nel 2008), peraltro numeri destinati a crescere con l’attivazione del parto in acqua la cui vasca è già in possesso del nosocomio. Tuttavia il sindaco Mauro Mazzola, che non era presente all’incontro a Viterbo «non sapevo si affrontasse il discorso sulla sanità», si dice fiducioso. «Io resto con le rassicurazioni avute nei giorni scorsi dal tecnico regionale dottor Urbani – ha detto Mazzola – Del resto mancano pochissimi giorni, vedremo cosa farà la Polverini. Per il momento non ho alcun motivo per essere preoccupato». La Polverini del resto su un aspetto è stata chiara: «Nessun ospedale chiuderà e non capisco chi ha messo in giro questa voce».
Ale.Ro.