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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Ospedali, Pietro Tidei interroga il Ministro

    L’onorevole Pietro Tidei ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Salute, professor Ferruccio Fazio contro la chiusura dell’ospedale Padre Pio di Bracciano. Tidei chiede al Ministro di intervenire personalmente contro il decreto del presidente Polverini a tutela «della salute di tutti i cittadini e a salvaguardia dei posti di lavoro impiegati nella struttura ospedaliera». «È davvero impensabile – dice l’eponente del Pd – chiudere ospedali anziché potenziarli ed aprirne degli altri, in un territorio della Provincia di Roma dove la popolazione cresce annualmente in maniera vertiginosa». A sostegno della richiesta Tidei ricorda i fatti accaduti negli ultimi giorni. «Un presidio pubblico di cittadini, associazioni, amministratori e personale medico e sanitario e di utenti – ricorda il deputato del Pd – si è riunito di fronte all’ospedale Padre Pio per protestare contro la prospettiva di essere privati di un servizio essenziale per la salute pubblica del territorio. Il 2 ottobre dalle 10,30 alle 12,30, oltre 200 manifestanti si sono radunati in assemblea all’ingresso del presidio medico braccianese per protestare contro il piano di riordino della rete ospedaliera che il Commissario Straordinario del Governo, Renata Polverini, ha presentato al Ministero della Salute. Tale manifestazione ha avuto ripercussioni anche per la viabilità della via Bracianese-Claudia. La presenza dei cittadini, dei lavoratori dell’ospedale e di tutte le istituzioni del territorio a tutti i livelli sottolinea la contrarietà della cittadinanza al ridimensionamento dell’ospedale che si trasformerebbe così, grazie al piano della Polverini in un punto di primo intervento, privando l’intera area di una struttura ospedaliera di riferimento». «Con questo provvedimento – contesta Tidei – non solo si cancella un servizio sanitario essenziale del nostro territorio, ma nella Macro area 4 (Civitavecchia) si azzera il rapporto fra posti letto e abitanti, portandolo dall’attuale 0,8 letti ogni mille abitanti a 0,5: numeri ben lontani dal rapporto previsto dalla media regionale di 3,5 ogni mille persone. Con questa decisione della Presidente Polverini, in assoluto isolamento e senza alcun confronto con le istituzioni del territorio, si decreta così la fine di una “storica” struttura sulla quale, negli ultimi anni, sono stati investiti 15 milioni di euro per la realizzazione di nuove sale operatorie, la predisposizione di 4 posti letto di terapia intensiva e per il rifacimento del Pronto soccorso e della Farmacia. Anche i cittadini, a supporto delle Istituzioni locali scese in campo, hanno portato la loro testimonianza sull’utilità dell’ospedale, e del personale medico e sanitario della struttura che ha rivendicato non solo l’impegno profuso per garantire il buon funzionamento del Padre Pio, ma anche i dati di una struttura che lavora e che ha sempre fornito un servizio essenziale per la cittadinaza, nonostante le carenze di personale e di posti letto. Contestualmente è stata avviata una raccolta di firme contro il provvedimento regionale che, in appena poche ore, ha registrato oltre 1000 sottoscrizioni, numeri destinati a crescere enormemente, visto che la raccolta continuerà estendendosi anche ai paesi limitrofi. Si è poi svolto in piazza IV Novembre il Consiglio Comunale aperto dedicato al futuro dell’Ospedale. Centinaia le persone presenti, oltre ovviamente a rappresentanti politici, istituzionali e sindacali. Al termine della discussione pubblica, il Consiglio comunale di Bracciano prende una posizione nettamente contraria alla riconversione dell’ospedale Padre Pio in punto di primo intervento a causa delle terribili conseguenze del provvedimento che priverebbe circa 120mila cittadini di un ospedale territoriale facilmente raggiungibile, mettendo a serio rischio il loro diritto a un’assistenza sanitaria pubblica. Nella stessa sede consiliare è stato stilato un documento, firmato all’unanimità dove si chiede alle istituzioni regionali e al Ministero, di rivedere la decisione adottata e, pur essendo coscienti della necessità di effettuare un riordino del sistema sanitario regionale, si propone un potenziamento e un rilancio della struttura (che ha tutti i presupposti per costituirsi come polo di eccellenza)».