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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Paolini svela la complicità con la Rai

    CIVITAVECCHIA – «Sono un virus mediatico: se esisto è perchè c’è qualcuno a cui faccio comodo. In questi anni si è creato una sorta di spettacolo attorno al mio personaggio». Lo sa bene Gabriele Paolini, il noto disturbatore televisivo, di essere un personaggio, e questa volta ha scelto proprio Civitavecchia per spiegare le motivazioni e il senso di un percorso che va avanti da anni e che lo vede protagonista nelle dirette tv, terrore dei giornalisti anche più navigati, che se lo vedono spuntare dietro le spalle durante i propri collegamenti con gli studi centrali. L’ultimo episodio è accaduto proprio lunedì scorso, nel corso del Tg1 delle 13.30, quando insieme a lui è caduta a terra la giornalista Sonia Sarno. «Per questo episodio – ha spiegato in esclusiva – ho ricevuto mille euro in nero dalla società H24, che collabora proprio con la Rai, con La7 e che ha permesso il collegamento satellitare. Insomma, ho preso soldi da chi vuole destabilizzare, dall’interno, proprio la realtà televisiva. Ecco perché dico che se sono ancora qui è perché faccio comodo a qualcuno». E le stesse cose le ha ripetute anche al giudice Di Lauro nel corso del processo che lo vede imputato per una diretta del TG1 del settembre 2009: in quell’occasione Paolini si posizionò alle spalle del giornalista Rai Luigi Monfredi, ascoltato ieri in aula «senza però cagionare alcun problema alla diretta stessa – ha spiegato Paolini – non ho neanche fatto il gesto del “cornino” che considero scaramantico e che mi piace soprattutto per le dirette con Emilio Fede che adoro». Con tutto ciò, gli affari legali della Rai lo hanno querelato e oggi sarebbe dovuta giungere la sentenza. «Invece, su nostra richiesta – ha spiegato l’avvocato difensore Alessandro Aloise – il processo è stato rinviato al 14 aprile prossimo per visionare in aula il filmato relativo a quell’episodio. In quella data verrà anche eseguito l’esame imputato e si arriverà alla sentenza». Ma oggi Paolini, in un’aula di Tribunale “tutta esaurita” con curiosi che non hanno voluto perdersi la “performance” dell’eclettico ed eccentrico disturbatore, ha voluto rendere comunque dichiarazioni spontanee – “nonostante le 100 ore senza sonno” come ha spiegato – parlando del suo percorso definito “surrealista, dadaista debordiano” e rivelando una «complicità che ho da anni con l’azienda televisiva nazionale».