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    Politica
    2 Novembre 2011
    Patti territoriali, a Moscherini vennero i capelli Riccetti

    di GIAMPIERO ROMITI

     

    ICPL, BLUFF SCOPERTO – Interporto, davvero un mistero buffo? La crisi della struttura si tocca con mano, i licenziamenti vengono megafonati manco fossero spot pubblicitari, le chiacchiere si corrono dietro e sulla pista dell’ipocrisia oltre che sulla pelle dei poveri cristi, che vivono il dramma della possibile disoccupazionee , sfrecciano le mistificazioni. Sì, non bisogna più credere a niente e a nessuno. Men che meno agli incantatori che non riescono più ad incantare privi come sono di una credibilità mai avuta epperò solo adesso manifesta perché evidentemente costruita sul nulla. Cosa volete, chi ricorre alla strategia del bluff ha ragione e può cantar vittoria finchè non trova chi tuona, senza fare una piega: «Vedo». Fatte le dovute proporzioni, ma mica troppe!, è quanto accaduto nella vicenda Icpl. Il sindaco Moscherini, more solito, ha sparato a bruciapelo contro il presidente dell’Authority, Fabio Ciani: «Tutta colpa sua, se la situazione s’è fatta critica. Faccia l’autoferrotranviere che è il suo mestiere». Non c’è dubbio, una botta niente male ma neppure straordinaria perché fradicia di arroganza e della sindrome del Marchese del Grillo che ormai imprigiona Sua Maestà il Primo Cittadino dalla cima dei capelli alla punta dei piedi. Botta, comunque, che il consigliere pidino Marco Piendibene non ha inteso incassare con estrema disinvoltura, rispondendo per le rime. E, ricordando, in estrema sintesi, che il sindaco ha sparato solo ed esclusivamente parole al vento. Perché? Beh, per la semplice (magari lo fosse!) ragione che da tre anni è consigliere di amministrazione dell’Icpl e dunque corresponsabile del momentaccio. Come se non bastasse, è anche retribuito con circa dodicimila euro annui: al tirar del somme Piendibene si chiede e chiede se la colpa sia di Ciani oppure di chi in trentasei mesi non è riuscito a combinare nulla di efficiente e di positivo per l’Interporto. Come ciliegina finale l’esponente dell’opposizione, oltre ad una dettagliata spiegazione delle contraddizioni moscheriniane, sottolinea che la situazione dell’Icpl si è ulteriormente deteroriata anche a causa dell’arrivo del primo cittadino nel ruolo di amministratore. Beh, la risposta di Piendibene basta e avanza per rendersi conto che personaggi guasconi e ciarlatani come Moscherini (parole e musica del consigliere comunale del Pd) possono incantare solo i fessi e non chi conosce a fondo la realtà.
    Bon, coloro che rischiano di essere cacciati dall’Interporto adesso almeno sanno chi è la causa dei propri guai. E l’aria fritta che s’è respirata nel vertice-farsa svoltosi al Pincio, docet.
    L’OSSERVATORIO CHE NON OSSERVA – Domanda sempre attuale e mai stantia: che razza d’aria respiriamo? Ci fa vivere bene? E’ una mano santa per i nostri polmoni? Più la mandiamo giù e più ci tira su? Alzi pure la mano chi sa rispondere. Petrelli, ad esempio, consigliere comunale nonché combattente di razza, ne ha soltanto una di certezza. E cioè: nella nostra città succede di tutto e di più. Esagerato? Si direbbe proprio di no, se è vero che da tempo ormai è stato interrotto il monitoraggio della qualità dell’aria e per questo non sappiamo quale veleno ci viene somministrato ogni giorno e quali bocconcini prelibati siamo costretti ad ingoiare. Eppure a capo dell’osservatorio ambientale è stato piazzato un medico su preciso diktat del primo cittadino. Ma evidentemente sia all’uno che all’altro interessa poco ed anzi niente che l’inquinamento possa segnare negativamente la nostra quotidianità. Cosa volete che gli importi: un tumore o una leucemia in più o in meno al punto in cui siamo arrivati non fanno più una grande differenza. E allora si continui pure a non monitorarla la qualità dell’aria, ma chi di dovere abbia almeno la decenza di coprirsi con una maschera la faccia di bronzo che si ritrova.
    LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – Ha colpito mica poco il servizio apparso sul telematico Centumcellae News a firma di Marco Galice (complimenti!) dal titolo molto ma molto esplicito «La politica degli orrori». Quale il problema? Decine di sacchi dai contenuti misteriosi e cumuli di polvere abbandonati all’aria aperta all’interno del cantiere di Tvn. E da parte dell’ente elettrico è arrivato uno straccio di chiarimento? Appena un accenno e neppure troppo convincente, secondo gli ambientalisti. Ma l’aspetto più grave della «faccenda» è che i nostri amministratori, con il sindaco in testa, abbiano fatto finta di niente. Ovvero: se ne sono altamente fregati di rassicurare i cittadini ed eventualmente di smentire le solite cornacchie che vedono nero in ogni dove. E dire che in particolare il primo cittadino ha l’obbligo di tenere alta la guardia sulla salute pubblica; inoltre, se qualcosa non funziona per il verso giusto ne risponde in prima persona. Di preciso e riguardo alla questione sollevata da Galice, cosa avrebbe dovuto fare Moscherini? Elementare: indossare la fascia tricolore e verificare il misterioso contenuto di quei sacchi. Naturalmente un’operazione, questa, che non è avvenuta e che mai sarebbe potuta avvenire. Poichè è ormai stranoto che la massima carica cittadina è debole coi forti e forte con i deboli. E secondo voi l’Enel è debole o forte? C’è da piegarsi in due dalle risate…
    FUGA DALLA REALTA’ – Patti (territoriali) opachi e inimicizia lunga. Certo, è stata una settimana caratterizzata anche dal dibattito riguardante la spinosa questione. E tra il sindaco e la socialista Cristina Riccetti di scambio di abbracci e baci proprio non si può parlare. Ha colpito, però, che come al solito Moscherini è andato a parare sul piano personale, tirando volgarmente in ballo la professione della signora (avvocato), anziché dibattere con lei sul piano politico. In qualità di esponente socialista, infatti, detta signora ha posto dei quesiti sui Patti Territoriali assai significativi e che ovviamente (l’avverbio ormai gli calza a pennello!) il Primo Cittadino ha ignorato per il semplice motivo di non sapere cosa rispondere. E la controreplica è stata così «piena» ed eloquente (“excusatio non petita, accusatio manifesta) da far venire i capelli Riccetti a Moscherini.
    P.S. – A scanso di equivoci e nel caso non avesse capito la pur «famosa» frase in latino, il sindaco può ricorrere ad alcuni dei suoi fedelissimi certamente capaci di una traduzione perfetta.