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    Politica
    2 Novembre 2011
    Pd, Baccarelli: "Sollecitiamo l'orgoglio civitavecchiese"

    CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo questo intervento dell’esponente del Pd Giuseppe Baccarelli: “Non era mia intenzione aprire una polemica personale con l’onorevole Pietro Tidei e non mi interessa rispondere alle sue previste e provocatorie affermazioni. Anzi lo ringrazio per avermi, magari inconsciamente, dato un consiglio preciso: quello cioè di portare la mia proposta politica al di fuori del ristretto ambito del direttivo del Partito Democratico. Ritengo necessario aprire un dibattito reale dentro il Pd e per il Pd (ma anche per la città), ed è per questo che ho lasciato trascorrere qualche giorno in modo da uscire dalla querelle a due e per avviare invece un confronto più generale sulla politica locale e su come rilanciare il partito (e ridare prospettive a Civitavecchia).

    “L’onorevole Pietro Tidei ha ragione quando dice “il sindaco Moscherini e la sua amministrazione stanno distruggendo qualsiasi possibilità di sviluppo e crescita di Civitavecchia”. Aggiungo: il processo disgregativo non sta investendo soltanto la sfera economica, il mondo del lavoro e l’occupazione, ma sta aggredendo proprio il tessuto sociale, la sua organizzazione e il sistema dei valori e dei rapporti. Però, ritengo che la proposta politica del deputato sia insufficiente quando, appellandosi alla lotta contro il nemico comune, non considera la situazione più generale della città, della politica e del partito.

    “L’auspicato superamento della “tenaglia” Tidei-Moscherini-Moscherini-Tidei è solo un punto all’interno di un progetto ben più ampio che con modestia, ma pure fermezza, ho posto all’attenzione e alla riflessione del partito, anche alla luce del vuoto assoluto (in fatto di analisi e prospettive) emerso dalla maggioranza all’indomani delle elezioni regionali di marzo. Si tratta di un progetto che ha radici lontane, legate al grande entusiasmo e alla speranza suscitati dalla nascita del Partito Democratico, ma poi sistematicamente e progressivamente delusi dalla prassi quotidiana, anche del Pd locale. Le idee che si intrecciano per costruire un solido futuro sono frutto delle insofferenza e delle aspettative sottoscritte diversi mesi fa nei documenti di Società Democratica (prima 30, poi 60 firmatari) ed anche delle riflessioni e delle analisi più recenti del gruppo Marino e di altre componenti. In sostanza, si tratta di prendere atto e fare tesoro degli errori e degli accadimenti degli ultimi due anni e provare a ricominciare da capo, nel tentativo di proporre e realizzare quel Partito Democratico che tanta gente si aspettava e – ne sono convinto – attende tuttora. Il progetto da me suggerito prende spunto dalla constatazione di diverse drammaticità.

    “E’ drammatico il degrado istituzionale, economico, morale e sociale che l’amministrazione Moscherini sta causando alla città. E’ drammaticamente negativa la percezione e la valutazione che la gente ha della politica nel suo insieme e dell’attività amministrativa. E’ drammatica la frattura profonda che si è venuta a creare tra politica e società locale, con quest’ultima che, fatte rarissime eccezioni, non nutre alcuna fiducia nella prima, la detesta, se ne distacca, ma così facendo non fa che facilitare l’agire di chi ha contribuito a determinare questa politica e ora si trova a suo agio. E’ drammatico lo stato del Pd che, per citare soltanto un dato, in due anni, dalle politiche del 2008 alle regionali del 2010, ha perduto oltre seimila elettori. Per ribaltare tutti queste situazioni critiche non credo che basti appellarsi all’alleanza contro il nemico comune, ma occorra appunto un progetto più ampio, profondo e articolato. Al direttivo ho proposto quelli che, secondo me, dovrebbero essere i primi punti (non certo esaustivi, ma comunque fondamentali) di un progetto politico. Li sintetizzo.

    “Il primo: affermazione della politica come ricerca del bene comune. L’opinione prevalente tra la gente (sia a livello generale che locale) è che i politici non pensino che a determinati interessi, molto spesso ristretti alla esclusiva sfera personale e/o affaristica. Qualche eccezione per fortuna c’è, ma il disinvolto passaggio da uno schieramento all’altro (spettacolo molto frequente), l’accanito attaccamento alla poltrona e alla carriera, l’alzata di mano a comando, l’interesse esclusivo per alcune questioni, l’assurgere alla dimensione di personaggi politici di soggetti diciamo non adatti… tutto questo (e altro) ha rafforzato – inevitabilmente e giustamente – quella convinzione negativa , che ha coinvolto praticamente tutti i settori della politica. Lo stesso dicasi di diverse scelte umorali ed estemporanee del sindaco Moscherini. Va dunque ricostruita una politica del bene comune (il vescovo Carlo Chenis a un anno dal suo arrivo a Civitavecchia scrisse: ), basata sulla razionalità e sulla ragionevolezza, su un forte senso della comunità e che sia in grado di riaccendere la fiducia della gente verso le istituzioni, il loro agire e i loro rappresentanti.

    “Il secondo: superamento della tenaglia Tidei-Moscherini, che da oltre dieci anni sta pesando e condizionando tutte, o quasi, le scelte della città. Tidei e Moscherini sono sicuramente grossi personaggi che hanno anche dato alla città (si può discutere a lungo su come, cosa e quanto abbiano dato), ma sicuramente hanno avuto da Civitavecchia molto di più e spesso hanno posto la loro figura davanti a qualsiasi altra valutazione. Oggi, entrambi muovono passioni forti: grandi amori e grandi odii; sentimenti in contraddizione con le necessità di una città come Civitavecchia, che invece ha bisogno di poter affrontare senza pregiudizi, con pacatezza e, ripeto, senso della comunità, i tanti e gravi problemi sul tappeto. Il Pd deve battere Moscherini. Il Pd deve impegnarsi a costruire una grande squadra, bandendo qualsiasi personalismo.

    “Il terzo punto: va fermata l’”occupazione” della città e sollecitato l’orgoglio civitavecchiese. Da tempo, tutti i posti di potere e indirizzo sono in mano a personaggi sicuramente eccellenti e professionalmente dotati, ma che nulla hanno a che vedere con Civitavecchia. Personaggi venuti o mandati in città esclusivamente per ricoprire incarichi importanti, decisivi per le sorti di tanti settori della comunità. Dal comune al porto, dalla sanità alle case popolari, dalle partecipate ai dipartimenti del Comune, ai posti di vertice non si trova nessun civitavecchiese. Questa situazione favorisce il distacco prima dalle istituzioni, poi, in un circolo vizioso, mina i legami sociali, rendendo la città debole di fronte a qualsiasi potere esterno, forte o meno forte che sia (ed è questa la causa dell’impoverimento della città e della sua comunità, pur a fronte dei giganteschi investimenti dell’ultimo decennio). Possibile che gli abitanti di questa città siano tutti sotto-dotati? Possibile che nessuno abbia le qualità politiche e professionali per poter svolgere qualche ruolo di primo piano?

    “Possibile che da anni e anni la politica locale non riesca a produrre nessuna figura importante, capace di dirigere enti e/o istituti pensando agli interessi complessivi? Come mai la produzione politica è stata fertile in quanto a gregari e portaborse, modesta invece per quanto riguarda le figure spendibili? Sollecitare l’orgoglio civitavecchiese significa chiedere ai civitavecchiesi di avere una parte attiva nella conduzione della città e di impegnarsi per ricostruire un forte senso di comunità.

    “Dunque, politica come ricerca del bene comune, fine dei personalismi e delle “occupazioni”, impegno generale, anche dal basso, a favore della comunità cittadina. Questi i cardini di un possibile progetto politico per il Pd. Certo, sono anche altre le questioni che devono caratterizzare l’azione di una forza politica che vuole essere grande (a breve andranno trattati temi come giustizia, sviluppo, lavoro, politiche sociali, servizi…),ma è da questi tre temi che occorre partire se si vuole veramente rispondere positivamente alla forte crisi che investe Civitavecchia e alle aspettative sollevate dalla nascita del Pd. E naturalmente, i tre punti non vanno considerati come un copione che chiunque può imparare e recitare dove e quando serve, ma hanno bisogno di persone e un’organizzazione che siano assolutamente credibili.

    “Sono sicuro che questo progetto (da implementare) avrebbe la forza di interessare e riavvicinare i tanti democratici che negli ultimi anni hanno abbandonato il Pd. Non solo, potrebbe essere un punto di riferimento per molte altre formazioni politiche e anche per quell’elettorato che ha creduto alle lusinghe del centrodestra, ne è rimasto deluso e ora cerca un’alternativa. Un Pd forte e nuovo può veramente aprire una diversa prospettiva per Civitavecchia”.