CIVITAVECCHIA – Il porto non è in crisi, i servizi sono assicurati e i traffici sono in aumento? Non ne sono convinte le imprese storiche cittadine, come la Bellettieri. E lo dimostra la notizia, negativa, che riguarda il settore agroalimentare. In settimana, infatti, il traffico di banane è stato interrotto con la società che ha preferito dirottare la nave bananiera in un altro porto, quello di Salerno. In tre anni è la prima volta che accade un fatto del genere. Tra i motivi principali ci sarebbe, a quanto pare, anche lo stato di agitazione dei gruisti. «La Cfft non vuole entrare nel merito dei contenziosi dei lavoratori – ha spiegato il direttore Steven Clerckx – tuttavia vuole precisare che lo stato d’agitazione, riguardante la mancata effettuazione degli straordinari e che dura ormai da molti mesi nel nostro porto, alla nostra società ha creato notevoli disagi nel garantire l’efficenza e la resa ai nostri clienti. A tal punto che il nostro cliente di spicco, per questi disagi e dopo vari annunci, ha dirottatto la propria nave settimanale in altro scalo. Inoltre, a tutt’oggi, non ha ancora ritenuto opportuno rinnovare il contratto per i prossimi anni. Per quanto riguarda il nostro mancato utilizzo del quarto turno, che tuttavia prevederebbe l’impossibilità di effettuare il secondo e il terzo di turno, esso ha una maggiorazione del 100%, un costo che per noi e per i nostri clienti è insostenibile». Un chiarimento che lo stesso direttore ha voluto rendere pubblico proprio all’indomani delle polemiche e degli interventi che si sono registrati sul porto. «Rinnoviamo alle autorità competenti, come fatto più volte in questi mesi – ha aggiunto Clerckx – l’appello ad intervenire con urgenza per risolvere questo problema. Così facendo potremmo comunicarlo tempestivamente al nostro cliente ed evitare che si ripeti quanto accaduto questa settimana. Solo in questo modo si potrà mantenere il traffico commerciale che il porto di Civitavecchia, con molti sacrifici, è riuscito ad avere in questi ultimi anni». Si tratta infatti di un traffico fatto di 52/54 scali annui, per circa 90 mila tonnellate di lavoro perso se non si troverà presto una soluzione. «Uno stato di agitazione non può durare a vita, sono preoccupato – ha commentato il presidente di Bellettieri Sergio Serpente – rispetto le idee di tutti e con tutti mi confronto, ma se tutto bene bisogna vedere da che ottica lo si guardi. Oggi stiamo al 30-40% delle potenzialità del nostro scalo e non si sono ottenuti risultati per la città». Serpente riprende anche l’invito del sindaco Moscherini a creare sinergia. «Oggi occorre fare tutti due passi indietro – ha aggiunto – non possiamo permetterci di perdere lo zoccolo duro del lavoro portuale, non possiamo fare spazio a concorrenze non proprio regolari, dobbiamo lavorare tutti insieme per fare squadra e vendere il nostro scalo come porta per Roma o per l’Umbria, renderlo attraente per fabbriche ed industrie: oggi più che mai, con il federalismo fiscale, il porto diventa strategico. Le potenzialità ci sono, le imprese, specie quelle storiche, e i lavoratori anche. Va fatto un lavoro di marketing differente, togliere qualche zavorra, senza adagiarsi, come forse è stato fatto sul carbone». Ne sono convinte tutte le imprese storiche, che chiedno trasparenza e chiarezza. Serpente si è soffermato poi sul futuro presidente, «un manager – ha aggiunto – che conosce lo scalo, la realtà portuale e il territorio: fuori la politica».
Porto
2 Novembre 2011
Per la prima volta il porto perde una bananiera