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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Piani integrati: Il Prc: «Troppe cubature»

    S. MARINELLA – Il convegno organizzato dalla lista civica ‘‘Un’altra città è possibile’’, ha raggiunto il suo obiettivo, imponendo sui Piani Integrati e la pianificazione urbana, un utile confronto tra maggioranza ed opposizione. La priorità è individuata da tutti nel lungo elenco di opere pubbliche di cui S. Marinella ha bisogno, sia di urbanizzazione primaria (strade, fogne, marciapiedi) sia di quella secondaria (scuole, asili nido, municipio, auditorium, verde pubblico, accessi al mare). Ma dove reperire le risorse se gli enti locali sono sempre più poveri? Ecco che il ricorso ai piani integrati o all’edilizia concordata viene presentato come inevitabile. «Il Prc – scrivono in una nota i dirigenti locali – ritiene invece che il Piano Integrato sia una scelta dolorosa perché esso significa aumenti di cubature rispetto al Piano Regolatore. Inoltre, non si tratta sempre di un sacrificio utile. Ci chiediamo infatti: è stata effettuata una verifica rispetto gli impegni già presi dai privati e mai onorati? Quali garanzie ha ottenuto il Comune di vederli ottemperati? Verranno altrimenti pagate delle penali? Tutti possono capire che se non si riesce ad ottenere dai privati quanto pattuito, viene meno qualsiasi ragione di ricorrere ai Piani integrati. Una verifica presso gli uffici tecnici sugli impegni presi è pregiudiziale a qualsiasi nuovo accordo con gli imprenditori, abituati a raggirare tempi e termini. Secondo, prima di dichiarare che non ci sono risorse pubbliche, ha il Comune tentato di chiedere a Provincia e Regione fondi per la riqualificazione urbana? Ha presentato progetti di recupero ambientale allo Stato e alla Comunità Europea? Negli ultimi tre anni tutti i contributi dovuti al Comune dai cittadini per concessioni demaniali, occupazione suolo pubblico, oneri concessori per l’edificato e la Bucalossi sono stati riscossi? Ha, inoltre, il Comune, adeguato tali contributi per compensare i tagli governativi agli Enti Locali? Invece di verificare quanto sopra, c’è chi si affretta ad affermare che le opere pubbliche da richiedere al privato non debbano necessariamente ricadere nei terreni limitrofi all’intervento privato, ma possano collocarsi anche distanti da essi. L’affermazione si motiva sulla constatazione oggettiva che in quartieri di Santa Marinella degradati, saturi e definitivamente compromessi, lo spazio per ulteriori urbanizzazioni non esista più. Quindi si debba permettere al privato di costruire altrove. Il Circolo del Prc – continua la nota – ritiene che la conseguenza di una simile procedura sia la nascita di nuove realtà povere di servizi, moltiplicando la situazione di degrado. La finalità della pianificazione è invece il risanamento e la riqualificazione, non creare nuove realtà da risanare, magari con altri Piani Integrati, in un processo infinito. Procedere alla variante generale al piano regolatore in prima istanza focalizzerebbe finalmente l’attenzione di tutti sulle infrastrutture che alla collettività servono davvero, secondo, si dovrebbero cercare risorse pubbliche per non cedere ai ricatti dell’imprenditore di turno, terzo si dovrebbe pretendere dai privati i servizi che hanno promesso ma, come a Prato del Mare, non hanno ancora realizzato».