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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Piani integrati, Massimiliano Fronti frena

    di GIAMPIERO BALDI

    S. MARINELLA – L’architetto Massimiliano Fronti, leader dell’Udc di Santa Marinella, ha inviato una lettera al sindaco Bacheca e ai consiglieri comunali per invitarli ad una riflessione in vista dell’approvazione dei Piani Integrati. «Il bando di realizzazione dei Piani Integrati – dice Fronti – fu fatto dalla precedente giunta, al fine di dare indirizzi concernenti le procedure di promozione e approvazione di programmi integrati di intervento per la riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale del territorio e di evidenziare le aspettative, le possibilità e le volontà dei privati ad investire nei termini della riqualificazione urbana. L’attuale amministrazione ha voluto dare nuovo impulso all’iniziativa e, dopo aver nominato la commissione per la valutazione dei Piani, ha invitato i proponenti che avevano partecipato al bando a manifestare e confermare il loro interesse al proseguimento dell’iter tecnico-amministrativo». «In prima analisi – continua Fronti – sarebbe interessante capire chi ha parlato con i promotori e quali parametri sono stati presi in considerazione per scegliere una proposta o l’altra, poiché manca un regolamento secondo il quale analizzare le varie proposte in termini di opportunità per la collettività, regolamento più volte proposto dalla minoranza. In questa sede voglio analizzare le opportunità che possono dare i Programmi Integrati di Intervento ad una amministrazione che vuole riqualificare la città, realizzare opere pubbliche e gettare le basi per il nuovo piano regolatore generale. Infatti, è proprio l’amministrazione comunale che deve dettare le regole dello sviluppo del territorio, secondo precise indicazioni, perché sarà proprio il Consiglio Comunale che dovrà andare ad approvare quelle varianti al Prg che saranno necessarie per gli accordi di programma. Proprio per questo motivo, è necessario scrivere le regole entro le quali tenere i rapporti con i promotori in modo chiaro e trasparente, senza lasciare l’iniziativa al Sindaco, all’assessore o al politico di turno. Regole che devono prevedere un collegamento tra i Piani integrati di Intervento e il piano delle opere pubbliche. Infatti, se il fine ultimo è quello della riqualificazione urbana, ambientale ed edilizia, non si può prescindere da una chiara e corretta individuazione delle opere pubbliche singole o infrastrutturali di cui necessità la città. Poi, una volta stabilite quali siano le opere pubbliche necessarie se ne deve valutare il costo della realizzazione, così da stabilire quale sia il peso del contributo privato da mettere in campo. A questo punto si possono interpellare nuovamente i privati e metterli in concorrenza secondo parametri che non possono solo essere di natura economica». «La scelta delle opere private – dice ancora Fronti – da realizzare in cambio delle opere pubbliche, non deve necessariamente ricadere nei terreni limitrofi all’intervento privato. Nella valutazione della scelta del Piano, quando si prevede un aumento di abitanti, dovranno essere presi in considerazione aspetti di varia natura come l’impatto sulle infrastrutture esistenti, l’impatto sull’ambiente, la necessità o meno di cubature commerciali e l’impatto sociale. Per cui, è l’amministrazione che individua prioritariamente quali opere sono necessarie, quanto costano e quando vuole realizzarle. Le opere da realizzarsi, quindi, entreranno a far parte di un piano strutturale di sviluppo delle opere pubbliche in modo da avere un quadro esaustivo e chiaro di come dovranno essere realizzate. Proprio per questo motivo, non si possono esaminare i Piani solo dal punto di vista economico, poiché si rischia di compromettere definitivamente l’assetto del nostro territorio. Secondo l’ottica proposta, individuate le opere pubbliche necessarie, le stesse possono essere finanziate con interventi privati in terreni distanti da esse, in contesti che non siano già stati compromessi e che non incidano negativamente sullo sviluppo della città».