TARQUINIA – Ci risiamo. Ad appena una settimana di distanza dalla notizia positiva del potenziamento del reparto di Ostetricia e ginecologia, che presto potrà garantire anche il parto in acqua, arriva l’ennesimo allarme sul rischio chiusura dell’ospedale di Tarquinia destinato ad avviarsi verso un progressivo depotenziamento. A ‘‘cantare’’ ancora una volta sono le carte, finite in mano a Federico Galletti del Tribunale del malato-Cittadinanza attiva, che nei giorni scorsi ha avuto un incontro con il direttore generale della Asl di Viterbo Alfredo Pipino. A fronte di alcune novità positive, emergono però informazioni preoccupanti e Galletti torna a lanciare l’sos sulla struttura sanitaria locale. In base a quanto scritto sul ‘‘Piano di rientro del deficit sanitario regionale 2010-2012’’, elaborato dal commissario ad acta, il novantenne Guzzanti, non sarà più prevista la sostituzione del personale, se non per il solo 10%. Un dato allarmante, che torna a far parlare Galletti di morte per eutanasia dell’ospedale di Tarquinia che non potrà più contare neanche sull’incremento dell’organico, in caso ad esempio di pensionamento di medici e personale dipendente in genere. «Ovviamente – attacca Galletti – non ci dicono che vogliono chiudere l’ospedale o i reparti, ma è ovvio che con il progressivo impoverimento del personale, la struttura non sarà più all’altezza di far fronte alle esigenze del territorio e degli utenti. Quanto previsto in questo piano è soltanto una pericolosa arma per far chiudere gli ospedali». Il programma è chiaro e non lascia spazio a dubbi, è tutto riportato nella sezione ‘‘Riduzione del numero delle strutture, posizioni organizzative e di coordinamento’’, numero 2 B. In sostanza la Regione Lazio si trova a dover fronteggiare 1400 milioni di euro di disavanzo per il 2009, ma avrebbe 780 milioni coperti con la fiscalità aggiuntiva, per non andare al di fuori di queste cifre avrebbe previsto queste drastiche riduzioni sul personale. Nel Piano Guzzanti sarebbe prevista anche la ‘‘mobilità interaziendale’’: che prevedrebbe lo spostamento in altra struttura del personale che, assunto con una specifica mansione, è costretto per varie motivazioni a svolgerla una diversa. Dulcis in fundo, tra i tagli previsti, c’è anche quello sullo straordinario previsto per il passaggio di consegne tra un turno e l’altro. Il piano, cioè, elimina la compresenza del personale per il tempo necessario ad effettuare il passaggio di consegne che fino ad oggi era appunto retribuito con la voce straordinario. In merito poi agli ‘‘atti aziendali e alla organizzazione del lavoro’’, si prevede, ai fini del contenimento della spesa, «l’individuazione di criteri per la determinazione delle strutture semplici, complesse nonché per le posizioni organizzative e di coordinamento». In sostanza c’è il rischio che vengano annullate tutte le decisioni prese nell’ultimo anno e non approvate dalla Regione Lazio. «A fronte di questi tagli drastici – attacca ancora Galletti.- però si è pensato di bandire un concorso per una Unità operativa a valenza dipartimentale di Endoscopia digestiva e chirurgica per Belcolle. Questa unità già esiste ed ha un primario. In sostanza, mancano i soldi però si decide di assumere una figura che non serve affatto».
Il commissario nominato dal Governo ha sottoposto il piano alla Regione Lazio. Il vicepresidente Montino, ieri in visita a Civitavecchia, sull’argomento è stato chiaro: «Non c’è la volontà di chiudere l’ospedale di Tarquinia. Il documento di Guzzanti la giunta l’ha contestato. Non sono favorevole a questa soluzione che prevede una percentuale bassissima. Io avevo elaborato un piano di turn-over che però Guzzanti non ha preso in considerazione. Dopo le elezioni la giunta andrà a mettere mano a tutta la situazione».
Cronaca
2 Novembre 2011
Piano Guzzanti: sostituzioni solo per il 10%