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    Politica
    2 Novembre 2011
    Piendibene: «10 motivi per sfiduciare Moscherini»

    CIVITAVECCHIA – Durante il dibattimento per l’approvazione del bilancio di previsione 2011 il capogruppo Pd, Marco Piendibene, ha colto l’occasione per elencare alla maggioranza «dieci buoni motivi per mandare a casa anticipatamente questa Giunta. Per non aver saputo gestire le risorse economiche disponibili nei 4 anni. Se avessimo tirato la cinghia 4 anni fa – ha dichiarato – senza sperperare fiumi di denaro nella spesa corrente oggi avremmo realizzato delle opere con i 50 milioni della convenzione Enel. Per aver disatteso quanto enunciato nel programma elettorale e dunque non aver onorato il contratto con i cittadini che lo hanno votato. Per aver fallito come manager organizzatore e coordinatore della macchina comunale. Per non aver saputo anteporre la salute dei cittadini agli interessi delle grandi aziende. Per aver portato in questa città – continua – Massimo Felice Lombardi e tutti gli altri dirigenti esterni che non è riuscito a tenere sotto controllo». E il consigliere prosegue con il suo elenco rivolgendosi direttamente ai consiglieri e Assessori di maggioranza presenti in aula: «Per potervi affrancare da questo sfacelo e poter dire domani alla città di aver preso le distanze da Moscherini, liberandolo così da questa prigione dorata che non ama punendolo delle promesse non mantenute. Per mettere in sofftta questo leaderismo che uccide la politica e annulla il confronto tra i partiti». E non si fa attendere la risposta del Sindaco: «Loro hanno 10 motivi per mandarmi a casa. Io 19 per restare».

    Questo il decalogo:

    1)… per non aver saputo gestire le risorse economiche disponibili nei 4 anni. Se avessimo tirato la cinghia 4 anni fa senza sperperare fiumi di danaro nella spesa corrente oggi avremmo realizzato delle opere con i 50 milioni della convenzione Enel, non avremmo contratto altri debiti e non avremmo tarato la macchina comunale su dei consumi insostenibili per le nostre risorse ordinarie. Cosa che, invece, è purtroppo avvenuta.

    2)… per aver disatteso quanto enunciato sul programma elettorale e dunque non aver onorato il contratto con i cittadini che lo hanno votato. La promessa di mantenere l’acqua pubblica è il caso più eclatante ma non l’unico.

    3)… per aver fallito come Manager organizzatore e coordinatore della macchina comunale. Chi non ricorda la teoria del Caos da lui enunciata secondo la quale bisognava rimuovere e mescolare tutti i dirigenti? Abbiamo visto come è andata a finire.

    4)… per non aver saputo anteporre la salute dei cittadini agli interessi delle grandi aziende, all’arroganza di Alemanno e La Russa e alla cosiddetta “ragion di Stato” (possibile che del progetto discarica il sindaco non sappia nulla di più?)

    5)… per avere portato in questa città Massimo Felice Lombardi e tutti gli altri dirigenti esterni a cui non ha saputo tenere sotto controllo i comportamenti e, soprattutto, gli emolumenti.

    6)… per potervi affrancare da questo sfacelo e poter dire domani alla città di aver preso le distanze da Moscherini tanto da averlo mandato a casa. Chissà che non possiate disporre di qualche carta in più per le prossime amministrative.

    7)… per liberare il sindaco da questa prigione dorata che non ama e che lo costringe ad indossare i panni del Primo cittadino mentre tutti sanno che anela a tornare al governo di un qualsiasi porto. Tale costrizione gli fa odiare anche i cittadini amministrati (civitavecchiesi di m…. tra le sue perle più ricorrenti) con ripercussioni sul fegato e sulla bile.

    8)… per punirlo delle tante promesse fatte e mai mantenute (anche a voi consiglieri…)

    9)… per mettere definitivamente in soffitta questo leaderismo che uccide la politica, annulla il confronto tra i Partiti e mortifica l’amor proprio di chi è costretto a chiedere con il cappello in mano ciò che invece gli spetterebbe di diritto.

    10)… infine, per rendere improponibile una sua ricandidatura alle prossime amministrative evitando, a priori, ciò che abbiamo visto nella scorsa campagna elettorale: sperpero di fiumi di danaro, lacerazioni profonde del tessuto sociale e l’apologia del litigio assunto poi a metodo di governo.