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    Politica
    2 Novembre 2011
    Polo civico e cani sciolti: la strategia leghista del Marchese per il 2012

    di GIAMPIERO ROMITI

    AVVISO AGLI ELETTORI – La prossima tornata elettoralamministrativa? Nel 2012, se non andiamo errati. Lontana o vicina? La seconda che abbiamo detto. A ricordarlo e ricordarcelo è il Marchese del Pincio da parecchio tempo, ormai, impegnato a chiamare a raccolta le truppe cammellate che, poi, nel corso della kermesse decisiva per la scalata del Pincio dovranno sostenerlo nella “partita” che da candidato sindaco, legittimamente, giocherà per vincere. Giorno per giorno riempie la sua cassaforte di monete pregiate, sottraendole con destrezza ai partiti tradizionali di centrodestra, centro e centrosinistra. Ci rendiamo conto di star qui a trattare un argomento complesso, complicato ed articolato e che di sicuro non potrà non essere rivisitato chissà quante volte ancora fino al giorno della verità vera che salterà fuori dall’urna. Ne cominciamo a parlare, però. E allora avanti tutta, senza esitazione.

    TERRA BRUCIATA – Qual è la strategia del Marchese? In base a quanto è già emerso e continua ad emergere dalla quotidianità infarcita di risse colossali sia con gli esponenti pidini che con quelli pidielini, il sindaco persevera nella sua azione il cui obiettivo è quello di bruciare la terra intorno agli schieramenti che obbligatoriamente cercheranno di contrastarlo. Non si fa scrupoli il Marchese del Pincio: avanza come un carrarmato, morde l’asfalto e carica a bordo tutto ciò che trova ai lati della strada: yesmen, voltagabbana, aspiranti portaborse, ruffiani d’origine controllata, saltimbanchi, quaquaraquà specializzati ad andare dove li porta la convenienza di ottenere il privilegio agognato. Eppoi anche e soprattutto gli scontenti o meglio gli incazzati con la politica che somministra demagogia ed aria fritta. Ed ecco allora che arrivano i nostri a dar manforte, incuranti della propria incoerenza e della dignità perduta.

    IL RICICLATO CHE AVANZA – Ma si sta popolando il recinto allestito dal Marchese del Pincio? Eccome. Belano felici le pecorelle non più smarrite: nell’ovile che profuma di potere e di dolce far nulla si vive da nababbi. Ed eccoli, sorrisi sgargianti e petti in fuori, gli alfieri del “riciclato che avanza” a fianco del primo cittadino uscente. Al quale va riconosciuta, la standing ovation è strameritata, la straordinaria capacità di averli saputi attrarre con la forza, evidentemente, di un carisma irresistibile. Eh sì, il Marchese sta portando avanti un disegno degno della massima attenzione. Sarebbe? Quello di trasformare il nostro territorio in una sorta di Padania: sta insomma seguendo per filo e per segno la strada indicata dalla Lega, sicuro di poter trovare terreno fertile in una città, Civitavecchia, che sempre più mostra preoccupanti segni di rassegnazione e che appare priva delle energie necessarie per produrre scatti di orgoglio e ribellarsi ai tanti, tantissimi soprusi perpetrati sulla pelle dei suoi figli. Dice: vabbè ma è solo pura fantasia. Dissentire o dannarsi per convincere chissà chi, sarebbe questo il problema? Manco per niente. Per farsi un’idea di quel che frulla in testa al Marchese, basta analizzare il suo percorso per accorgersi che punta a raccogliere i frutti di un faticoso ma produttivo lavoro, iniziato con la demolizione dei Ds e dell’intera sinistra ed in via di conclusione, adesso, con la distruzione della destra. Intorno a lui, già allineati e coperti, si trovano i Romagnuolo, i Perello, i Reginella, i Frascarelli, i Gaglione, i Bianchini e via via arriveranno altri volontari dell’”esercito della salvezza civitavecchiese” che entreranno di corsa in quel recinto che si trova all’interno del “ranch” chiamato Polo Civico. Ovvero del movimento guidato dal Giano bifronte della politicchia locale, Alvaro Balloni, che ha ufficializzato con tanto di manifesti la sua pilatesca posizione. “Non siamo né di destra né di sinistra, ma al servizio della città”, recitano, parola più parola meno, i fogli di carta affissi sui muri: gli ex dipietristi sono insomma a disposizione di tutti. Una posizione neutra, dunque. E qualunquistica. E opportunista. Che offre proprio al Marchese del Pincio la ghiotta ed assai furbesca chance di continuare ad incantare i cittadini con la geniale invenzione della “coalizione delle larghe intese”.

    CENTRI DI POTERE – Chissà se quanto esposto corrisponde alla realtà. Boh. Epperò non è il caso di perderci il sonno: chi vivrà vedrà. Intanto s’è aperta la caccia ai centri di potere il cui peso specifico proprio durante la kermesse comunale non sarà di certo insignificante. E avvalendosi giustamente del supporto della Regione polveriniana, spingono a tavoletta gli ex aenini ed i moscheriniani doc per scalare la vetta dell’Autorità Portuale, dell’Asl e dell’Ater. Quali i candidati? Per l’Ente di Molo Vespucci si prevede una bella lotta intestina perché i forzisti non sono intenzionati a rinunciare alla presidenza; per l’Azienda Sanitaria la scelta riguarderà esclusivamente personaggi capitolini, mentre per il “comando” dell’ex Iacp pare si trovi in pole position il “fustaccio” Dimitri Vitali. E’ domenica, mandiamo “affanculo” per un giorno la politica ma non la nostra donna. Alla prossima.