TARQUINIA – Nuovo appuntamento con il Presepe Vivente MMX – Città di Tarquinia. Dopo un debutto strepitoso che, sebbene funestato dalla pioggia, ha fatto il pieno di pubblico e ottenuto un plebiscito di consensi, domenica 2 gennaio si apriranno nuovamente le porte della Betlemme che è stata ricostruita nei quartieri di San Martino e San Giacomo. Un vero e proprio salto temporale che farà tornare i visitatori al I sec. a. C. con scenografie, costumi e mestieri ricostruiti attraverso attenti studi storico-filologici delle fonti bibliche, dei Vangeli apocrifi e delle testimonianze di Giuseppe Flavio. L’Assessore al Turismo del Comune di Tarquinia, Sandro Celli è orgoglioso di presentare una manifestazione di grandissimo respiro, anche notevolmente ingrandita e migliorata rispetto alla precedente edizione, dando fino a 21.000 euro di contributo per un presepe ricco di notivà. A Piazza San Martino tra i banchi della frutta e della verdura, la torre medievale si trasforma in una casa dell’epoca, dove si attende ai lavori del tempo, come la macinatura del grano e la cottura del pane. Il pesce, i legumi, le spezie, le stoffe e i tappeti, fanno da sfondo alla scena della levatrice, all’interno della locanda, e al mercato degli schiavi dove un esperto venditore, con tanto di frusta, espone su un palchetto donne e bambini catturati in Siria e in Tracia. Usciti dal caotico mercato, ci si inoltra negli stretti vicoli incontrando i tantissimi mestieri ricostruiti grazie ai volontari dell’Associazione Anziani con l’Hobby del Modellismo e del Comitato San Martino e agli operai dell’Università Agraria. Alla molatura delle olive, passate prima sotto la macina e poi nel torchio, si aggiunge il carpentiere, figura centrale nella tradizione cristiana. A Vicolo del Poggio prende vita uno degli angoli più caratteristici di quest’edizione: alcune popolane sono intente a filare e tessere la lana, altre a tingere le stoffe e non mancano le chiacchiere su una vergine, famosa per le sue doti al telaio, che sembra arrivata in città, in procinto del parto. C’è chi cerca di separarsi da questo gruppo con altezzosità per esporre stoffe tinte con la preziosa porpora o per vendere qualche candela che accende gli archi di una delle vie più belle e meno conosciute della città. Qui attenti a chi vi chiede di pagare i vostri debiti o ai tanti lebbrosi che circolano, riconoscibili per la loro pelle cadente e le loro campanelle. E ancora vasai e operai intenti ai lavori di trebbiatura, setacciatura del grano e il mulino romano, unico esemplare della Tuscia. Dopo la lavorazione delle pelli per ricavarne pergamene troverete un vero maniscalco all’opera prima di uscire dalla città di Betlemme e inoltrarvi nella zona più suggestiva della città, Campo Cialdi. Il lavoro nei campi, le donne al lavatoio e i pastori creano un’atmosfera magica per il grande accampamento romano o per lo spettacolo con il fuoco dei beduini a cavallo. Ed infine, nella parte più elevata della città, ecco il temibile Erode nel suo grande palazzo, ricavato all’interno della chiesa di San Giacomo e, poco dopo, la suggestiva stalla, all’interno della piccola chiesa del Salvatore, dove tra un bue ed un asinello, una splendida Maria, tiene tra le braccia il futuro Redentore, sotto lo sguardo paterno di Giuseppe. Una manifestazione che ha superato di gran lunga l’edizione zero, sempre sotto la direzione di Sirio Rotatori, sia per numero di figuranti che per la complessità delle scene lungo il percorso. Visto il notevole afflusso di visitatori il Comune di Tarquinia ha intenso potenziare tutti i servizi inerenti l’accoglienza dei turisti, la viabilità e la logistica. Per tale motivo, come suggerito dall’ufficio veterinario locale, invita gli spettatori a non recarsi all’interno del percorso con cani sprovvisti di museruola e guinzaglio.
Cronaca
2 Novembre 2011
Presepe vivente: secondo appuntamento