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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Presunta pedofilia, torna in libertà il fioraio

    CIVITAVECCHIA – È stato rimesso in libertà il 62enne fioraio civitavecchiese arrestato a febbraio scorso dai carabinieri e accusato di un presunto caso di pedofilia: la decisione è giunta oggi, con il giudice Giovanni Giorgianni che ha sciolto la riserva decidendo per la scarcerazione del fioraio, nonostante il parere negativo espresso dal pubblico ministero Margherita Pinto al termine della stessa udienza.
    L’uomo, secondo le accuse della Procura, avrebbe prestato particolari attenzioni sessuali nei confronti di un bambino di 7 anni che frequentava spesso la sua casa. Bambino che, secondo la perizia del consulente del Tribunale, la dottoressa Giganti. non sarebbe “credibile” e potrebbe essere stato “suggestionato o indotto” a raccontare particolari episodi. «Non possiamo che essere entusiasti – hanno spiegato i legali dell’uomo, gli avvocati Fabrizio Lungarini e Mara Montaruli – il giudice non poteva che decidere in questa senso, non essendoci validi elementi di prova e, soprattutto, alla luce della perizia del proprio consulente sull’attendibilità delle dichiarazioni del ragazzino. Perizia che, tra l’altro, ricalca se non addirittura accentua gli elementi sostenuti anche dal nostro consulente di parte. Adesso inizia la strada, non semplice, della riabilitazione per quest’uomo, ingiustamente accusato, che ha trascorso ben tre mesi da detenuto».
    Intanto, all’indomani proprio dell’udienza di ieri nel corso della quale è stata discussa la perizia del consulente del Tribunale, è intervenuto anche il legale della famiglia del ragazzino, l’avvocato Alessandro Ghiani il quale ha definito la perizia «confusionaria, contraddittoria e lacunosa. Le premesse – ha spiegato – non corrispondono alle conclusioni. I dati raccolti dal consulente del Tribunale, a supporto delle proprie tesi, sono scarni e spesso legati a circostanze estranee al racconto del fatto in sè, peraltro sempre ribadito dal minore. Il dato di rilievo assoluto, sottolineato anche dalla psicologa, è che il bambino non ha mai instaurato un rapporto empatico con la stessa, denotando distacco e disinteresse». Un comportamento, secondo l’avvocato Ghiani, «che – ha aggiunto il legale – potrebbe essere il frutto della metodologia invasiva applicata su un minore di soli 7 anni. Per questo motivo l’esito della perizia è il risultato di considerazioni sommarie e prive di comprovato riscontro».