di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA – E’ un bell’impegno, non è uno scherzo. Sono queste le parole pronunciate da Roberto Vecchioni prima di essere oggetto di un processo in piena regola giovedì sera alla sala consiliare del Comune di Tarquinia. Il dibattito in aula è stato centrato sul fatto che la musica d’autore può essere o meno considerata al pari della poesia. Il cantautore non può non essere considerata la persona più idonea per affrontare simili argomenti. “Sogna ragazzo sogna”, “Luci a San Siro” sono alcuni dei brani più noti e le loro parole hanno accompagnato ciascuno di noi nella propria vita e sono abbinati a ricordi e sentimenti che ci appartengono. Questa la chiave proposta dall’organizzazione dell’evento che ha sottolineato l’aspetto filosofico della manifestazione diventata ormai un appuntamento fisso nell’ambito del Premio Cardarelli. Vecchioni, entrando in scena, saluta i presenti in aula che lo acclamano non come un assassino, ma come un’eroe dell’epoca contemporanea che ha sparso gratuitamente in versi le stesse emozioni e immagini che ognuno conosce. Sorride, come quando appare in trasmissioni televisive, ma si fa anche serio e preciso come un professore universitario deve essere. E’ al contempo semplice, ma anche profondo argomentando le proprie tesi e spiegando che una bella canzone può essere poesia.