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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Processo Cozzolino, accusa senza i propri testi

    CIVITAVECCHIA – Colpo di scena, questa mattina, nel corso del processo per omicidio colposo per la morte di Michele Cozzolino, il giovane operaio civitavecchiese che ha perso la vita ad ottobre 2007 a seguito di un incidente sul lavoro al cantiere Enel di Torre Nord. Oggi, infatti, si sarebbe dovuti entrare nel vivo del processo con l’ascolto di tre testi della pubblica accusa e invece il giudice, Maria Paola Tomaselli è stata costretta, per un difetto procedurale, a revocare l’ordinanza con la quale nella precedente udienza, la prima, quella del 24 marzo scorso, aveva ammesso la lista testi del pubblico ministero. L’accusa quindi, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Margherita Pinto, allo stato attuale si trova senza testimoni da ascoltare. Potrà chiederne di nuovo l’ammissione, ma ben motivandola, al termine dell’escussione dei testi di difesa e dell’esame degli imputati. Ma c’è di più. Sempre ieri i genitori e i fratelli di Cozzolino, che inizialmente si erano costituiti parte civile al processo, al contrario della moglie dell’operaio, parte offesa nel procedimento, hanno deciso, attraverso il proprio legale Angelo Sepe, di chiedere la revoca proprio dell’atto di costituzione di parte civile. Con questa decisione sono quindi decaduti anche i testi nominati dalla famiglia, in sostanza gli stessi della pubblica accusa. «Una decisione – ha spiegato l’avvocato – dettata da un accordo transattivo con Enel che ha risarcito la famiglia del danno. Per cui rimarremo al processo solo come persone offese». Un processo, quindi, quello che proseguirà il 7 luglio prossimo e che vede imputati Damiano De Angelis, l’operaio a cui scivolò il tubo Innocenti che, cadendo dall’alto, colpì accidentalmente Cozzolino, Gerardo Pappalardo e Clemente Donatangelo, responsabili della sicurezza del consorzio di imprese a cui erano stati appaltati i lavori e Sergio Tarolla, responsabile della sicurezza della ditta, che sta prendendo tutta un’altra piega rispetto a quello che ci si poteva immaginare all’indomani del tragico incidente al cantiere. Queste quattro posizioni vengono affrontate insieme, l’altra, quella nei confronti di Angelo D’Ambrosi, titolare della Mcp, ditta per cui lavorava De Angelis, a parte per degli errori di notifica che, inizialmente avevano portato a stralciare la sua posizione. Archiviazione, invece, per i due responsabili dell’Enel: per loro il pm Pinto chiese l’archiviazione che, non essendo stata notificata alla parte civile, passò in Cassazione per poi tornare in Procura. La stessa dottoressa Pinto ha chiesto di nuovo l’archiviazione per i due, alla fine di marzo. Archiviazione alla quale la parte civile non si è opposta, proprio in virtù dell’accordo economico per il quale ha ritirato anche la costituzione di parte civile al processo. A presentare opposizione, invece, è stata la Fiom Cgil attraverso l’avvocato Enrico Veneruso.