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    Sanità
    2 Novembre 2011
    Pronto il piano aziendale da presentare in Regione

    CIVITAVECCHIA – Lavori che ripartono all’ospedale San Paolo di Civitavecchia ed una Asl RmF che cerca di rimettersi in carreggiata indirizzando il suo percorso in base ai nuovi decreti Polverini relativi al piano di rientro sanitario regionale. Decreti che, di fatto, vanno a chiudere uno dei due ospedali del territorio, il Padre Pio di Bracciano, con ripercussioni su tutto il sistema sanitario del comprensorio. Domani si svolge la nuova conferenza dei Sindaci; probabilmente verrà discusso il piano aziendale pronto per essere inviato proprio in Regione per l’approvazione. Un piano nel quale la dirigenza della RmF ha evidenziato una possibile strada da seguire, con l’obiettivo da un lato di rispettare proprio i dettami del presidente Polverini, dall’altro di garantire servizi efficienti per l’utenza. Se infatti il piano di riordino della rete ospedaliera contenuto nel decreto 80 firmato dal presidente della Regione Lazio rimarrà tale, ci sarà da rimboccarsi le maniche. Nel documento stilato dalla RmF sono stati focalizzati alcuni aspetti. Innanzitutto occorrerà valutare il ruolo del Padre Pio di Bracciano: l’obiettivo è quello di mantenere posti letto e, quindi, farlo passare da presidio distrettuale di tipo B a C, mantenendo quindi l’attività chirurgica, almeno per le urgenze. «Poi la possibilità di un ospedale di prossimità a Ladispoli – ha spiegato il manager Salvatore Squarcione – ed una nuova struttura nel distretto F4 finora sprovvisto. In tutto questo abbiamo posto l’accento sul potenziamento dei servizi territoriali, la razionalizzazione dell’organizzazione dell’azienda, una maggiore omogeneità nell’erogazione dei servizi su tutto il territorio di competenza». Il direttore sanitario Giuseppe Quintavalle è poi entrato nel dettaglio parlando, ad esempio, della massima attenzione sull’aspetto dell’innovazione, l’individuazione di percorsi clinici ad hoc che possono riguardare, ad esempio, settore oncologico, cardiologico e diabetologico, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dei servizi all’handicap e alle disabilità, «con un’unità operativa apposita e con il potenziamento – ha spiegato – del dipartimento di salute mentale, in modo da garantire un continuum tra adolescenza ed età adulta, con la creazione di un centro per lo studio dell’Alzheimer e delle malattie dementigene». L’attenzione, però, si sposta ovviante anche sui fondi. Il presidente Polverini, nei giorni scorsi, si è detta entusiasta dello sblocco dei fondi Fas. «Speriamo – ha aggiunto Squarcione – che ci si ricordi del piano sanitario regionale 2010/2012 approvato lo scorso anno che disponeva 13.2 milioni per il San Paolo, 4 milioni per Capena, 685 mila euro per Campagnano e 900 mila euro per il presidio territoriale di Ladispoli. Intanto una buona notizia arriva proprio sul fronte San Paolo; sono infatti stati sbloccati i finanziamenti che danno una boccata d’ossigeno per i lavori di realizzazione del nuovo pronto soccorso e della nuova ala dedicata alla farmacia, la rianimazione, oncologia ed oculistica. Lavori che sono a buon punto: «Speriamo – ha concluso Quintavalle – di concluderli in 90/120 giorni al massimo».