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    Lettere
    2 Novembre 2011
    Questa sinistra è votata all'opposizione eterna

    Stupisce lo stupore degli interventi di vari esponenti della sinistra, riformista e radicale, che si dannano per capire le cause della disaffezione elettorale. E’ assai difficile, anzi impossibile uscire da una crisi politica, senza affrontare i nodi che l’hanno provocata. E diciamoci la verità dai tempi della candidatura Falzetti, passando per il sindaco Saladini, con le attuali vicende di candidati che alle elezioni europee sono stati proposti dalla sinistra radicale, per poi trovarli a quelle regionali nella lista di centrodestra, autocritiche sarebbero quanto meno necessarie. Si accusa Balloni di scarsa coerenza, ma sarebbe giusto che un tantino si guardasse anche nel proprio orto. Anche perché ripeto, senza autocritica, e senza una chiara analisi politica, si è portati alla sconfitta. Se a ciò si aggiunge che negli ultimi tempi, la sinistra è stata una fucina di dubbi, un alambicco di veleni, una accolita di masochisti, si capisce il perché di tale situazione. Ma se sbagliare è umano, il perseverare determina una vera situazione kafkiana; per cui in molte interviste si parla di vittoria personale, facendo vere prediche sul futuro, ma non rendendosi conto di essere ormai predicatori, privi ormai di una teologia credibile. Perché di questo è manchevole la sinistra, di un programma serio credibile, discusso, trasmesso con il linguaggio della semplicità e della chiarezza immediata. Non bisogna fare assemblee in cui tutti dicono la stessa cosa, tutti si danno ragione, e tutti si convincono che vinceranno la propria battaglia. Nel circuito spezzato tra cittadini e classe politica, c’è bisogno di buonsenso, di credibilità, e aggiungo io di una dose di fantasia, che purtroppo in questi anni è mancata. Diciamoci la verità nel suo linguaggio e nei suoi comportamenti, la sinistra è stata noiosa, parruccona, con grande spocchia, con un ingiustificato complesso di superiorità, puzza sotto il naso,con la sicurezza arrogante di essere i più bravi nell’amministrazione nel governo, nell’onestà. Mentre invece non è più così, ed esorcizzare questi problemi serve soltanto ad una classe politica di parolai inetti. Chi si permette di evidenziare difetti inerzia, autoreferenzialità, abusi, privilegi, è sicuramente un qualunquista, sposato con l’antipolitica. Se qualcuno si chiedesse perché anche i giovani non vanno più a votare, arriverebbe a capire della necessità di dare opportunità, privilegiando meriti, competenze e professionalità; mentre invece ogni capopartito, ed in particolar modo a sinistra ha allevato i suoi promuovendo gli obbedienti (anche se incapaci) e cacciando gli indipendenti (anche se intelligenti). E se qualcuno lo fa notare, si superano tale contraddizioni, non scaricandole o risolvendole, ma parlando delle malefatte altrui. Una sinistra così è votata alla minoranza eterna, ed una cattiva politica è quella che produce schede bianche, questo dovrebbero capire i nostri grandi politici; forse si potrebbe tentare di dare spazio alla rappresentanza degli interessi, interpretandoli, ascoltandoli parlandoci; certo è un lavoro faticoso, significa spendersi tra la gente, frequentarla, risolvere i problemi, un lavoro difficile, ma indispensabile, non per vincere, ma per dare almeno una speranza.

    Tullio Nunzi