TARQUINIA – L’assessore ai Lavori Pubblici Anselmo Ranucci risponde ai no coke. “Ormai si è passato il segno. È assurdo accostare la scomparsa di Sergio Capitani alla figura del sindaco Mauro Mazzola, come se la colpa del tragico incidente sia imputabile al primo cittadino. Hanno superato il limite della decenza, del rispetto delle persone, seminando odio e rancore anche quando le tragedie colpiscono persone che non hanno nessuna intenzione di essere messe in mezzo. Questi fantomatici “No Coke” non hanno mai il pudore di mettere nome e cognome sui loro quotidiani attacchi, riuscendo in un solo intento: quello di apparire ogni giorno agli occhi dei cittadini comuni come un vero e proprio partito politico che, invece di pensare alla salute della gente, cura i propri interessi politici e personali. Odiano i partiti, combattono tutto ciò che la politica genera e poi si candidano alla carica di presidente della Regione Lazio, spendendo soldi per campagne elettorali faraoniche con slogan della Prima Repubblica. Sperano ancora d’ingannare i cittadini che li hanno oramai “spicciati” da tempo? La nota diffusa sui quotidiani inoltre dovrebbe far rivoltare l’intestino anche a chi non vede di buon occhio quest’Amministrazione. Siamo stanchi di attacchi personali pieni di odio e livore da parte di un piccolo gruppo di casti e puri che girano con i portatili, con un paio di posti fissi per famiglia, e che hanno tentato di “fare tredici” magari facendosi eleggere a consigliere regionale. Questi sono i “No Coke”: ed è ora qualcuno lo dica e lo faccia capire a tutti. Quest’Amministrazione sta lavorando molto e avrà anche sbagliato; ma soltanto chi rimane immobile non sbaglia. Le battaglie politiche mai devono scendere in attacchi biechi e meschini contro chi non la pensa allo stesso modo. Con questo ultimo becero atto, l’inganno dei “No Coke” è stato smascherato. Per questo gruppetto si seminatori di odio non resta che chiedere scusa a tutti e, in particolar modo, alla famiglia di Sergio Capitani”.
Cronaca
2 Novembre 2011
"Assurdo accostare la morte di Capitani alla figura del Sindaco"