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    Amministrazione
    2 Novembre 2011
    "Da anni non si costruiscono abitazioni popolari"

    CIVITAVECCHIA – «Da anni a Civitavecchia non si taglia un nastro in materia di alloggi pubblici. E la situazione abitativa, ad oggi, è drammatica: non soltanto vengono occupate abusivamente case lasciate sfitte, in attesa di essere assegnate. Oggi vengono occupate abitazioni lasciate momentaneamente vuote da anziani che devono essere ricoverati o da chi va a trovare parenti fuori città». L’allarme arriva dal commissario straordinario dell’Ater Antonio Sperandio che, al momento del suo insediamento, ha avviato un monitoraggio del patrimonio abitativo pubblico.
    I dati parlano chiaro. Fino agli anni ’40 furono costruiti 8 fabbricati e 177 alloggi. Dal 1940 al 1950 si sono realizzati 743 alloggi per 55 fabbricati, diventati 37 e 966 appartamenti tra il 1960 e il 1970. Tra il 1980 e il 1990 di nuove palazzine ne sono state costruite 19 per 664 alloggi passati ad 88 e a soli 2 nuovi fabbricati nel 2002 e sceso ad un solo fabbricato costruito nel 2006 per 10 nuovi alloggi. Fino ad oggi più nulla. Attualmente, quindi, il patrimonio abitativo pubblico, in proprietà o in gestione dell’Ater, conta 2648 alloggi che per 1372 sono condotti in locazione e per 1276 riscattati dagli inquilini. Il 20.6% degli alloggi è di proprietà esclusivamente pubblica, lo 0.7% di proprietà privata mentre il 78.7% è di proprietà mista. Sono 21 i fabbricati di esclusiva proprietà pubblica, per 545 alloggi. I fabbricati, invece, a proprietà mista, dove la presenza pubblica è prevalente, sono in totale 25 per 538 alloggi, di cui il 60% in mano pubblica e il restante 40% privata; nelle restanti palazzine, comprendenti circa 1.500 alloggi, la presenza pubblica è minoritaria salvi pochi casi di parità. Oltre il 70% del patrimonio abitativo quindi è stato realizzato prima del 1980 e di questo oltre il 50% risale agli anni anteriori al 1960. Inoltre per effetto delle dismissioni disposte nel corso degli anni a seguito di apposite leggi dello Stato e della Regione, si è favorito l’acquisto degli alloggi da parte dell’inquilinato, determinando inevitabilmente situazioni gestionali complesse. Le caratteristiche tecniche dei fabbricati e dei singoli alloggi nonché il naturale e progressivo degrado hanno richiesto sempre più interventi manutentivi straordinari, ai quali si è potuto far fronte in maniera discontinua e non sempre esaustiva, soprattutto a causa di un gettito di canoni molto modesto.
    «L’Ater – ha aggiunto Sperandio – ha quindi impostato un programma di ricognizione, analisi e valutazione dello stato di conservazione dei singoli fabbricati a cominciare da quelli che finora non sono stati oggetto di alcun intervento. Saranno conseguentemente elaborate proposte di programmi esecutivi di interventi, da attivare progressivamente, sulla base dei finanziamenti che si renderanno mano a mano disponibili». In questo senso anche il protocollo di intesa presentato dall’azienda al Comune nei mesi scorsi può essere davvero un buon inizio per un cambio di rotta oggi più che mai necessario.