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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    "E' giunta l'ora delle larghe intese 

    TARQUINIA – “Siamo orgogliosi di quanto l’Università Agraria ha saputo fare per l’immagine della Città di Tarquinia e per la sua promozione territoriale”. Con queste parole il presidente dell’Università Agraria, Alessandro Antonelli commenta lo sforzo e le attività che in questi anni sono stati profusi, portando il nome dell’Ente alla ribalta nazionale e non solo. “Il Game Fair – spiega il presidente – è solo l’ultima ribalta nella quale abbiamo dimostrato le peculiarità e il fascino nel nostro territorio, ma l’elenco di partecipazioni e iniziative appare davvero entusiasmante. Dalla Fiera del Turismo di Monaco di Baviera, alla ribalta Europea tra i presentatori del P.S.R. della Regione Lazio, dalla leadership nella costruzione dell’immagine della Regione Lazio in Verona FieraCavalli, alla BioFiera di Roma, senza dimenticare le tradizionali mostre legate a cavalli e bovini maremmani e i lusinghieri piazzamenti a concorsi e rassegne come Nitriti di Primavera”. “L’Università Agraria ha scelto di sprovincializzare la propria attività ed uscire dalla propria nicchia di inutilità, il tutto a costo zero, affiancandosi alle realtà istituzionali più importanti e cercando sinergie costanti – spiega Antonelli – una mole intensa di lavoro che ha avuto il merito di portare costantemente l’Università Agraria di Tarquinia tra le protagoniste delle vicende locali e spesso porsi quale unica artefice della promozione del territorio di Tarquinia. Non promozione turistica – continua il presidente Antonelli – che spetta ai privati con le loro offerte e con la loro capacità di inserimento sul mercato, ma promozione territoriale ponendo l’accento sulla bellezza, sulla biodiversità e sulle peculiarità del  territorio, partendo dal patrimonio dell’ente, dalle sue tipicità, ma non fermandoci a questo. Appare di fondamentale importanza – continua il presidente Antonelli – non disperdere questo enorme potenziale messo in campo e se possibile ricondurlo in un ambito di compartecipazione tra più enti e tra gli stessi e i privati di settore. In questa città appare a volte faticoso creare le opportune sinergie legate ad un unico linguaggio promozionale, un vulnus che tarpa le ali della città, occorre programmare e scegliere obbiettivi reali, condivisi e su questi costruire una strategia operativa. L’Università Agraria da sola ha già fatto fin troppo, è giunto il tempo di creare opportune e larghe intese. Un appello che giunge alla vigilia dell’estate e che parte dal rendiconto di un anno di fatiche in cui l’ente di via Garibaldi ha confermato la sua vocazione innovativa e provocatoria”.