TARQUINIA – La riserva per la raccolta dei funghi a Tarquinia sembra essere nata sotto una cattiva stella. Ma il presidente dell’Università Agraria di Tarquinia, Alessandro Antonelli, resiste e va avanti per la sua strada. Seppure difficile e tortuosa. Prima il botta e risposta con l’ex presidente dell’ente di via Garibaldi, Carlo Piccioni, che si è affrettato a rivendicare la paternità dell’idea di istituire un’area riservata ai soli utenti tarquiniesi. Poi, ed è cronaca di questi giorni, la massiccia ribellione dei comuni limitrofi, che nel provvedimento varato da Antonelli leggono un atto discriminatorio, degno dei più vigorosi sostenitori del ‘‘federalismo’’. Il provvedimento è chiaro: 80 ettari riservati ai residenti di Tarquinia, e precisamente quelli di Pianoro della Civita, mentre il resto del territorio dell’Agraria libero per tutti: per ben 6.300 ettari. Per Antonelli «una buona proporzione» sufficiente ad evitare che si parli di campanilismo e populismo tipico della demagogia politica. Piuttosto dall’Ente si parla di un metodo razionale, «capace di mettere fine ad una commercializzazione ai limiti del lecito che va a scapito della collettività che vede nella raccolta dei funghi un utile passatempo». Nel mirino, in primis, i nottambuli che muniti di torce e lampare spesso «fanno incetta di funghi in spregio di regole e danneggiando tutti». Ma da Civitavecchia alzano la voce e la guerra è assicurata. I politici della vicina Civitavecchia hanno scritto ad Antonelli, alla Regione e alla Provincia per convincere l’ente agrario a rivedere il provvedimento entrato in vigore martedì. Ma il presidente non molla. «Oltre la passione, crediamo di aver toccato un business davvero redditizio – ha detto nei giorni scorsi Antonelli – altrimenti non si spiega il generale clima di pressione e velate minacce cui siamo sottoposti. Questo conferma che siamo sulla buona strada». A sostenere le ragioni di Antonelli, c’è anche il consigliere del Pdl Manuel Catini che parla di «diritti sacrosanti dei cittadini tarquiniesi, unici proprietari dei terreni di uso civico amministrati dall’Agraria». Antonelli, da parte sua, rispondendo al Comune di Civitavecchia ribadisce la legittimità del provvedimento e si dice pronto a seguire anche le vie legale per far valere il diritto: «Siamo certi di aver adottato un provvedimento legittimo e giusto, che tutela i cittadini di Tarquinia senza discriminare alcuno. Le aree che l’Agraria ha riservato alla propria utenza corrispondono a circa 80 ettari su 6.300, una porzione che appare troppo esigua per paventare intenti discriminatori o peggio lesivi di una politica di omogeneizzazione ed unificazione del territorio. Il diritto di fungatico riferito agli Usi Civici gestiti dall’Agraria di Tarquinia appare pertanto limitato in via esclusiva alla zona del Pianoro della Civita, e non interessante le rimanenti zone naturalmente vocate alla raccolta dei funghi, ad oggi disponibili per chiunque, ancorché tutti i terreni amministrati da questo Ente sono di fatto qualificati come terreni di demanio civico. L’Agraria non ha inteso aprire una vertenza tra collettività. Gli interessi di pochi non possono inquinare per opportunismo politico la pacifica convivenza tra genti e popolazioni limitrofe, in gioco la stessa vigenza e utilità dei diritti afferenti alle proprietà collettive, il loro effettivo godimento, la tutela dei tarquiniesi». (Ale.Ro.)
Cronaca
2 Novembre 2011
"Funghi, il provvedimento è legittimo"