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    Sanità
    2 Novembre 2011
    "La nostra azienda sempre più penalizzata"

    CIVITAVECCHIA – Punta il dito contro i tagli indiscriminati alla sanità il segretario dell’Udc Marco Di Gennaro, promettendo battaglia per far rispettare il diritto alla salute e alla sanità, evitando alla RmF un futuro fatto di accorpamenti di reparti, probabile riduzione o chiusura di servizi, impossibilità di mantenere adeguati standard assistenziali anche in vitali settori come quello dell’emergenza. «Non basta che la nostra Asl abbia il più basso rapporto posti letto per 1000 abitanti, fissato allo 0.8 a fronte di uno standard di 3.3, ma addirittura, sulla base di eventuali errori nella formulazione delle diagnosi di dimissione tutti da verificare, se ne vuole ridurre ulteriormente il numero – ha spiegato – non basta il blocco del turn-over del personale in base al quale ogni 10 persone che lasciano il servizio se ne può sostituire una sola; si vuole addirittura proseguire strangolando l’assistenza nella nostra azienda riducendo anche il ricorso a quel lavoro in più che gli operatori effettuavano mediante l’istituto delle prestazioni aggiuntive anche allo scopo di ridurre le liste di attesa». Dati alla mano Di Gennaro ha parlato ad esempio della Asl di Viterbo con lo stesso numero di assistiti ed un finanziamento per il personale di circa 150 milioni di euro a fronte degli 85 della azienda locale, che spende 2.800.000 euro che, con il taglio, arrivano a due milioni per prestazioni aggiuntive contro il milione di euro della RmF che con il taglio scende a 700 mila. «Come se non bastasse – ha aggiunto – la Regione vuole ridurre le retribuzioni del personale, taglia sui finanziamenti per apparecchiature e non fa arrivare i fondi (13.5 milioni) per la ristrutturazione del San Paolo previsti anche nelle determine commissariali. Emblematico è il caso del Servizio di Emodinamica che non è stato ancora possibile attivare nonostante gli impegni presi dal precedente governo regionale e nonostante la indispensabile esigenza di garantire un servizio fondamentale che da Grosseto a Roma non è possibile fornire».