logo
    Lettere
    2 Novembre 2011
    "Pagare per essere insultati…"

    Catania, via Siena, 1, ore 11,45 del 25 maggio 2009, Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, dove sono viceparroco.
    Seduto tranquillamente al mio tavolo di studio ricevo una telefonata dalla Telecom con la quale mi si propone di cambiare la tariffa telefonica in uso con un’altra più conveniente.
    Rispondo cortesemente alla voce femminile che mi interpella dicendo che solo un giorno prima avevo attivato la ADSL a 20 mega con la Telecom, al posto della linea a 7 mega, e che almeno per qualche giorno avrei voluto essere lasciato in pace e non ricevere sollecitazioni per cambiare ancora contratto.
    A questo punto mi investe la stessa voce femminile che non mi dice il suo nome (qui, la Telecom!), sciorinante una serie di ingiurie irrepetibili, con la conclusione che non sono “degno di fare il parroco”.
    Al mio tentativo di replica per chiedere spiegazione circa questo inspiegabile atteggiamento mi si chiude il telefono in faccia.
    Visibilmente contrariato mi appiglio al 187 ed al primo ignaro operatore che mi si presenta (Damiano da Catanzaro), racconto il tutto, chiedendo le scuse.
    Il poveretto me le da, fornendomi anche un numero telefonico di riferimento (38870652299) e promettendomi di inoltrare una pratica all’ufficio clienti di zona che dovrebbe rispondermi entro il 14 giugno.
    E’ sopportabile che oltre a pagare salate bollette per un servizio non sempre efficiente, oltre ad essere disturbati a casa propria ad ogni ora del giorno, si debba venire gratuitamente aggrediti da sconosciute voci femminili, e trattati a pesci in faccia?
    Non è detto esplicitamente nelle clausole del contratto, ma, sembra che le ingiurie facciano parte (a pagamento) 24 ore su 24, dei servizi Telecom.

    Catania, 26 maggio 2009

    Salvatore Resca
    Via Siena 1, Catania
    095/502230
    3683387539
    sresca@alice.it