CIVITAVECCHIA – Un libro per raccontare la drammatica situazione nelle carceri italiane. ‘‘La situazione penitenziaria in Italia – problemi e prospettive’’ questo il titolo dell’opera scritta dal deputato del Pd Pietro Tidei presentata questa mattina presso la sede del partito in via Papa Giulio II. L’onorevole, che è membro della Commissione Parlamentare di controllo delle carceri, ha effettuato uno studio dettagliato della realtà carceraria proponendo soluzioni. «Si tratta di luoghi sovraffollati fino all’inverosimile – ha spiegato Tidei – perché più del 50% dei detenuti è in attesa di giudizio. Ci sono più di 5 milioni di procedimenti penali pendenti. C’è un altissimo tasso di suicidi. Questi sono solo alcuni dati che tracciano un profilo della realtà molto diversa da quella che immaginiamo». Tidei ha spiegato che oramai il carcere non ha più nessuna funzione riabilitativa per il detenuto, anzi troppo spesso diventa una “scuola al contrario” che trasforma il ladruncolo comune od il tossico in un vero criminale. “Cosa succede di notte nelle celle non lo si puo’ neanche immaginare – ha sottolineato l’onorevole – basti pensare che ogni agente deve sorvegliare 100 detenuti di giorno e 250 di notte, con scarsità di risorse in ogni settore. Abbiamo in passato ricevuto sanzioni dall’Unione Europea perché i nostri istituti hanno violato i diritti dell’uomo. Parliamo di strutture dove manca l’acqua e dove il sistema sanitario è praticamente inesistente. Tra la popolazione carceraria ci sono malattie che sono state debellate tipo la Tbc mentre il 3% dei soggetti è sieropositivo o affetto da Hiv”. Il deputato tra le pagine individua dei possibili interventi che potrebbero migliorare questa piaga nel sistema penale. “Non penso né all’indulto né alla grazia – ha aggiunto Tidei – ma ad esempio alla depenalizzazione di alcuni reati, rubricandoli come amministrativi: a volte un’ammenda è molto più efficace di 15 giorni di carcere. Poi c’è il fenomeno delle cosiddette ‘’porte aperte’’: spesso ci si imbatte nella situazione in cui un “ladruncolo comune” resta in cella anche 5 giorni (perché magari è recidivo) in attesa dell’interrogatorio da parte del Pm che deciderà sul da farsi. Ciò che propongo è ad esempio la riattivazione delle celle di sicurezza nelle caserme o stazioni delle forze dell’ordine. In soldoni propongo pene alternative per alcuni reati come gli arresti domiciliari o lo sconto della pena presso comunità di recupero e reinserimento sociale o per tossicodipendenti: ai soggetti interessati si eviterebbe di vivere la drammatica esperienza del carcere. In questi luoghi si consuma il più alto tasso di psicofarmaci a livello nazionale. Questo dato è di facile interpretazione. Ci sono strutture dove ad esempio 5 carcerati passano più di 12 ore in spazi di appena 9 metri quadrati. E’ normale che nascano tensioni o psicopatologie. Questo libro vuole quindi essere un contributo per informare e far conoscere questa realtà ma vuole anche essere un deterrente per i giovani. Leggendo queste pagine potranno capire che finire in questi luoghi per una “stupidaggine” può segnare irrimediabilmente la propria esistenza”. Il libro verrà presentato giovedì prossimo presso la sala Congressi dell’Autorità portuale. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha deciso di conferire ai praticanti che parteciperanno 3 crediti formativi.
Successivamente si terrà un’altra presentazione presso l’aula consigliare Pucci alla quale parteciperanno anche il presidente della Provincia di Roma Zingaretti e l’onorevole del Pd Luciano Violante.
Mat. Mar.