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    Società
    2 Novembre 2011
    "Viviamo la vita", al via la seconda edizione

    CIVITAVECCHIA – Secondo anno per il progetto “Viviamo la vita” promosso dall’associazione di volontariato in favore dei ragazzi diversamente abili “Il Melograno” e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Una iniziativa di indubbio valore sociale attraverso la quale l’associazione ha potuto attuare già lo scorso anno con i ragazzi e le loro famiglie esperienze umane che hanno contribuito a consolidare la propria sfera sociale ed allargare il campo delle conoscenze individuali legate all’ambiente, portandoli a vivere esperienze cognitive, ludiche, grafo-motorie, gastronomiche, musicali ed informatiche, come un pari età. E quest’anno si ripete, ampliando ancora il progetto. «Far vivere la quotidianità dei compagni normodotati, questo è il nostro obiettivo – ha spiegato il presidente dell’associazione Massimo Lauricina – dobbiamo dire grazie alla Fondazione Cariciv senza la quale la buona volontà non basterebbe». Soddisfatto proprio il presidente dell’ente di origine bancaria Vincenzo Cacciaglia che ha sottolineato il massimo impegno rivolto al settore del volontariato. «Ogni associazione ha una sua peculiarità, forza, originalità – ha spiegato – ma non mi stancherò mai di ripetere che occorre la massima sinergia, soprattutto in questo campo. Associazionismo tra associazioni non significa fondersi, ma fare un discorso sinergico temporaneo per un progetto unico di cui tutti possono fruire». Un invito FONDAZIONEribadito anche dal segretario generale dell’ente Adriano Sansonetti. «Spero – ha aggiunto – che l’invito ad uscire dal proprio guscio e fare squadra venga raccolto dalle altre associazioni per rendere ancora più valide le iniziative proposte». Il progetto, come ha poi spiegato nel dettaglio la responsabile scientifica Annita Cecchi, si avvarrà dell’apporto dell’ospedale San Raffaele Pisana di Roma, con il primario di pediatria Giorgio Albertini che ha messo in evidenza l’importanza del ruolo di mediatore tra società e ragazzi svolto dal Melograno, «perchè – ha aggiunto – non c’è riabilitazione senza interazione sociale e partecipazione». «La novità di quest’anno – ha poi concluso Annita Cecchi – è lesperienza delle giovani donne ‘‘RD’’: si tratta di sette ragazze con sindrome di down, sopra i venti anni, che vengono istruite per svolgere il ruolo di tutor con gli altri ragazzi: abbiamo creato un gruppo, faranno insieme la spesa, cucineranno, andranno dal parrucchiere e dall’estetista per guadagnare, come gruppo e personalmente, autonomia e sicurezza».