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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Ri.Rei, proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori

    SANTA SEVERA Sempre più grave la situazione dei lavoratori dipendenti del consorzio Ri.Rei. Le organizzazioni sindacali Cgil Fp di Civitavecchia e di Roma Ovest hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale “restando ancora irrisolta la grave situazione in cui versano, ormai da tempo, i dipendenti del Consorzio Ri.Rei., vale a dire dei centri residenziale e semiresidenziale di Santa Severa, semiresidenziale di via Sbricoli a Roma e ambulatorio situato in via Majorana a Roma. Perdurando la situazione, i sindacati annunciano di voler mettere in atto tutte le forme di lotta consentite a tutela dei diritti dei lavoratori. “Ad oggi, con un mese di ritardo – spiegano i rappresentanti sindacali – è stato corrisposto lo stipendio di gennaio 2011. Ancora una volta non si hanno certezze sul pagamento di quello di febbraio, né tantomeno comunicazioni ai lavoratori al riguardo. Grave inoltre il disagio dei lavoratori sottoposti a carichi di lavoro al limite della sopportazione e che si vedono negati diritti fondamentali quali ferie, permessi e recuperi”. I sindacati parlano anche di “chiara mancanza di volontà da parte dell’amministrazione di costruire un rapporto di rispetto delle regole sia con i lavoratori che con le organizzazioni sindacali” e rammentano che “ad aprile del 2010 il Consorzio Ri.Rei. ha posto in CIGS in deroga ben 164 lavoratori (più del 40% del personale), con proroga fino al 31 marzo 2011, promettendo che tale pesante riduzione avrebbe garantito la regolarità sia delle attività che la corresponsione della retribuzione insieme ai diritti sanciti dal contratto nazionale del lavoro vigente”. Gli stessi operatori del centro Alessandro Boggi di Santa Severa, gestito dal consorzio Ri.Rei-Unisan raccontano di una situazione tutt’altro che rosea. “Ma come si fa – dicono – a dire cha va tutto bene. In primis ad essere stufi siamo noi operatori che lavoriamo in modo precario nei centri e siamo gli unici e veri spettatori di azioni volgari e strumentali sia dalle parti politiche sia da quelle dirigenziali”. “Sono più di cinque anni che continuamente segnaliamo disservizi e carenze igienico-sanitarie e tecnico-logistiche al direttore sanitario e constatiamo menefreghismo totale da parte di tutti”. “Solo noi – dicono ancora gli operatori – che lavoriamo nella struttura possiamo dire realmente come vanno le cose lì dentro, come più volte fatto alle autorità giudiziarie che stanno svolgendo indagini sulla gestione e su come vengono espletati i servizi”. “Ciò che vogliamo chiedere a questi fantomatici genitori stufi e preoccupati – insistono i lavoratori – è dove stavano nei mesi di gennaio e febbraio appena passati, quando non funzionavano né i riscaldamenti e né l’acqua calda sanitaria. E quando la temperatura interna era uguale o inferiore a quella esterna”. “Dove sono questi genitori – concludono gli operatori del centro Boggi – così preoccupati quando ormai i loro cari, dall’evento della cassa integrazione di 36 persone, aspettano dentro una stanza l’arrivo dell’ora del pasto, dalla mattina alla sera, senza più uscire a fare una passeggiata e prendere una boccata d’aria? Nessun genitore, a parte pochi, si è mai interessato realmente alla situazione del proprio caro dentro la struttura. Diffidiamo dunque tutti coloro che dicono che le cose al centro Boggi vanno bene”.