…Mai avrei immaginato di prendere la parola in una simile occasione, ma penso di doverlo fare perché ritengo che questo sia il mio dovere di fronte alla famiglia di Otello Zacchini, che lo piange, davanti agli amici che si guardano sbigottiti per l’inatteso lutto, davanti alla città di Tarquinia tutta, che penso debba ricordarlo come uno dei figli più affezionati e più impegnati a suo favore.
Con lui ci siamo conosciuti tutta una vita, da quando eravamo ragazzi e ognuno di noi si batteva, forse ancora inconsciamente, per guadagnare un futuro alla famiglia.
Una vita di lavoro e di impegno, la sua, non sempre in assoluto ricca di soddisfazioni, mai deturpata, però, da vigliaccherie o da forzature per imporre il proprio tornaconto a danno di altri più deboli.
Ai più giovani vorrei ricordare gli impegni che Otello ha assunto, battendosi per la categoria dei commercianti di cui faceva parte, di come vivesse e provasse per primo, sulla propria pelle le scelte, che per il tempo in cui furono proposte, da molti, da troppi, furono considerate alla stregua di sogni a occhi aperti o perlomeno di sconsiderati azzardi.
L’idea della zona commerciale, quella del Top 16 gli procurarono critiche, invidie ed accuse, che il tempo in massima parte ha smentito,facendo giustizia di tante voci malevole, ma che negli anni hanno contribuito a minare la sua salute.
Con Otello abbiamo combattuto in tante occasioni fianco a fianco, anche se non sempre abbiamo condiviso scelte di lotta e di soluzioni dei tanti problemi con i quali la nostra categoria si è trovata a lottare per affermare conquiste e progressi comuni, avendo il coraggio spesso di affrontare anche autorità e sistemi di potere pronti a sbarrare la strada.
Mai però, io e lui, ci siamo trovati divisi su un impegno comune, quello di profondere ogni forza e ogni iniziativa a favore della nostra città. Un impegno che tutti e due abbiamo pagato a caro prezzo con la nostra salute: più fortunato io a riprendermi qualche anno fa, meno Otello tanto da non poter più recuperare.
E’ un prezzo che gli uomini liberi sono chiamati a pagare, proprio in nome di quella libertà che li aiuta a tenere la testa alta, senza dover piegarla a sopraffazioni che insidiano la vita di chi non vuole sottomettere il suo orgoglio e la sua indipendenza a un sistema che fa di tutto per annullare le individualità meno sofferenti di imposizioni e soprusi.
Addio, caro Otello, te ne vai lasciando però dietro di te la lunga scia delle tue realizzazioni, di quanto hai fatto per Tarquinia e per tanti giovani che magari non ti hanno conosciuto personalmente, ma che, attraverso la tua opera possono avere oggi speranze e occasioni di un lavoro che renda sicuro il loro avvenire.
Cronaca
2 Novembre 2011
…Ricordo di Otello