TARQUINIA – Prosegue l’attività di ripopolamento ittico delle coste laziali avviata dal Centro Ittiogenico Sperimentale Marino (Cismar) del Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile (Decos) dell’Università degli Studi della Tuscia, diretto dal professor Giuseppe Nascetti, che da alcuni anni si sta occupando della salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente marino e costiero della Regione Lazio. Dal 26 dicembre scorso al 9 gennaio 2011, circa 9.800 giovani astici sono stati rilasciati in mare lungo la costa compresa tra Montalto di Castro e Tarquinia. (Punta le Murelle, Foce del fiume Fiora, Pian di Spille, Saline di Tarquinia). Soprattutto grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, già nel 2009 sono stati ottenuti notevoli risultati nella riproduzione e ripopolamento dell’astice autoctono (Homarus gammarus) con il rilascio nel luglio 2010 di oltre 50 esemplari pre-adulti. Quest’anno la sperimentazione ha dato risultati particolarmente significativi, per aver creato le condizioni ottimali per le femmine di astice, portando, ad oggi, alla nascita di oltre 18mila esemplari, e si attendono ancora la schiusa di migliaia di uova. L’attività di restocking delle risorse marine e costiere è stata pianificata secondo i diversi stadi di crescita dei giovanili dell’astice e nei prossimi due-tre mesi saranno rilasciati altri 1000-2000 esemplari bentonici. Il decos/Cismar, inoltre, protagonista con la Regione Lazio ed il Comune di Montalto di Castro della realizzazione del progetto Europeo Life Poised-One per la salvaguardia di due aree Sic (Sito di Importanza Comunitaria) dove sono situate estese praterie di Posidonia oceanica che rappresentano l’ecosistema più importante del Mediterraneo per la possibilità di creare microambienti favorevoli allo sviluppo di un’elevata biodiversità, offrendo a moltissimi organismi cibo, rifugio e un luogo adatto alla riproduzione. Il lavoro del centro Cismar/Decos è di particolare importanza visto il progressivo impoverimento del Mediterraneo, dovuto ad uno sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, ad uno sconsiderato uso delle attrezzature da pesca e ad un inquinamento legato ad oli combustibili e rifiuti, ha ridotto le produzioni ittiche e le specie maggiormente pescate stanno subendo un rapido declino numerico. Tutti questi fattori congiunti sono ormai le cause dei sintomi che gli operatori del settore lamentano nel pescato sempre più scarso e nella comparsa di specie aliene voraci e prolifiche. Lo sviluppo sostenibile della pesca può essere raggiunto solo con la conservazione ed il recupero degli stock ittici e la difesa degli ecosistemi marini. Le attività principali sono legate al monitoraggio dei parametri chimico fisici degli ecosistemi, all’analisi e caratterizzazione genetica degli stock ittici naturali e dei riproduttori, alla ricerca finalizzata alla genetica applicata alla gestione degli stock ittici e delle risorse alieutiche e alla riproduzione controllata di specie target finalizzata al ripopolamento a mare.
Cronaca
2 Novembre 2011
Ripopolamento ittico: rilasciati in mare 9.800 giovani astici