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    Lettere
    2 Novembre 2011
    Rsa, il doppio dramma delle famiglie

    Mi decido a scrivere perché so che molte persone si trovano nelle mie stesse difficoltà.- Per gravi motivi ho dovuto far ricoverare mio marito in una R.S.A. La pensione di mio marito supera di poco 13.000 euro annui per cui il Comune nonostante le promesse ,mi ha negato l’integrazione per il pagamento della retta mensile che è di ben 1.800 euro nonostante la legge la prevede (vedi legge 109/98 modificata con legge 130/2000 art.2 e art 3,sancite dalle leggi 328/2000 art.25). Per pagare questa quota , i farmaci e le piccole spese di mio marito sono costretta ad aggiungere alla sua pensione l’indennità di accompagno e tutta la mia pensione , restando perciò a zero e non avendo la possibilità di sopravvivere.
    Io sono nata e vissuta in un ambiente di legge,quindi ho sempre avuto totale fiducia nella giustizia e nella civiltà del nostro Paese,ma ora a quasi 70 anni,mi vedo costretta a rivedere le mie convinzioni perché ,se le famiglie già duramente colpite nella salute,nell’affettività, nell’organizzazione della propria vita ed in tanti altri aspetti che l’allontanamento di una persona cara comporta ,non vengono minimamente sostenute da chi lo dovrebbe fare, la giustizia e la civiltà non ci sono proprio più…..Mi domando come sia possibile.

    >Francesca Palmegiano