di LUCA GROSSI
CIVITAVECCHIA – Un aquilotto in campo ed anche fuori. Gabriele Ceccacci, classe 98, è una delle speranze più promettenti del vivaio della S.S. Lazio. Se la prima squadra biancoazzurra da parecchie stagioni è costretta ad un ruolo da comprimario, il settore giovanile sembra azzeccare diverse scelte importanti, tra cui quella di tesserare il giovane talento civitavecchiese che, nonostante i soli 12 anni, ha già un ruolo da protagonista all’interno del vivaio: «Gioco alla Lazio da un anno, avere il numero 10 sulle spalle ed essere il rigorista degli Esordienti sotto età mi ha riempito di orgoglio, per un laziale come me, vale doppio».
Gli anni della scuola calcio presso il Civitavecchia (l’ex Ge.Di.La. dove papà Fabio è stato calciatore e poi vice-presidente con un ruolo di primo piano con Luigi Vespignani nella rampante scalata biancoceleste, ndr) sono ancora vicini ma Ceccacci è già proiettato verso il futuro: «Io so che il calcio deve essere visto come un fattore secondario, al primo posto c’è la scuola, allo stesso tempo però so di giocare in una squadra importante che oltre alla crescita sportiva si preoccupa anche di quella personale, basti pensare che mi controllano anche i voti scolastici». Solo un anno fa Ceccacci era un giovane atleta che usciva dalla scuola Calcio, a distanza di un anno, invece, è già un punto fermo del vivaio biancoceleste: «Mi proprosero di fare un provino e andai senza tante aspettative, eravamo più di 300 bambini, siamo rimasti in 30 ed io ero tra quelli, inutile dire l’emozione mia e della mia famiglia». Quest’anno è stato duro per il giovane talento civitavecchiese, fare il pendolare per andare ad allenarsi non è da tutti, ma Ceccacci ha avuto dalla sua parte la famiglia: «Ringrazio continuamente la mia famiglia per i sacrifici che fa per me ogni giorno, mi accompagnano ovunque sacrificando il loro tempo libero. Un giorno li ripagherò, chissà, magari con un gol alla Roma in un derby». Ceccacci deve gran parte della sua carriera ai mister che lo hanno plasmato nella sua, pur breve, carriera calcistica: «Non ho mai avuto problemi con i miei mister, anzi devo tutto a loro, in particolare a Matteo Masini, lui è quello che più mi ha dato come allenatore e anche come persona, dandomi tanti consigli importanti». Ceccacci ricorda con affetto tutti i suoi maestri: «Gli anni della scuola calcio sono importanti non solo per me, ma per tutti quelli che si avvicinano a questo gioco, secondo me non è possibile arrivare a buoni livelli se non si hanno le basi appropriate. Sia De Cortes, che Carucci sono stati fondamentali per me, se il tecnico che mi ha allenato lo scorso anno, Mister Sposato, si è complimentato per le mie doti tecniche e tattiche è tutto merito loro». Insomma le basi per far bene ci sono tutte.