di LUCA GROSSI
CIVITAVECCHIA -Quando si è bambini il ruolo del portiere è scomodo per chi lo ricopre, generalmente chi non riesce ad imporsi con i piedi nel centro del campo viene mandato in porta a cercare di fare meno danni possibili. Crescendo poi ci si rende conto dell’importanza del ruolo del portiere e delle moltissime qualità, non solo fisiche, che si devono possedere se si vuole ricoprire quel ruolo. Luca Nunziata, come la maggior parte dei portieri, non nacque portiere quando nel lontano 2000 decise di cominciare a giocare a pallone presso il campo del Dopo Lavoro Ferroviario. «All’inizio giocavo al centro del campo, ma ero un po’ ‘‘paffutello’’ e non riuscivo ad integrarmi nel gioco, il mister della scuola calcio mi invitò a provare a porta e dall’ora non sono più uscito». A 8 anni il passaggio all’allora Gedila mette il giovane civitavecchiese sotto gli occhi di un esperto preparatore dei portieri che capisce il valore del ragazzo: «Ezio Cascianelli è stato il mio primo allenatore, è una persona che mi vuole bene e che ancora contatto nei momenti di difficoltà, fu lui a darmi i primi consigli, consigli che ancora oggi mi tornano utili». Dopo l’esperienza al Civitavecchia, Nunziata passa prima al Corneto, poi al San Gordiano ed infine al Ladispoli, sfornando prestazioni di valore assoluto che fanno segnalare il suo nome a diversi direttori sportivi di categorie superiori. «All’inizio non pensavo di fare una carriera calcistica, pensavo solo a divertirmi, poi arrivò la chiamata del Chievo, mi consultai con i miei genitori, in fondo avevo solo 14 anni, e poi decisi per il sì. L’inizio fu molto duro, ricordo che sfruttavo ogni momento per tornare a Civitavecchia ma poi, come sempre, uno si abitua e si fa le ossa». Il passaggio al Chievo è il coronamento di un piccolo sogno per i molti allenatori dei portieri che lo hanno allenato anche se crescere lontano da casa ha sempre le sue difficoltà: «Si deve fare tutto da soli, non ci sono famigliari pronti ad aiutarti anche se la società ti sta parecchio vicino». Il primo campionato giovanissimi nazionali entusiasma il giovane Nunziata che però è costretto a fronteggiare attaccanti di primissimo livello: «Il livello era già altissimo negli allenamenti, sicuramente differente da quello che uno può trovare nei campionati regionali, poi quando è cominciato il campionato mi sono reso conto di essere su un altro pianeta». Il secondo anno invece arrivano le sfide più importanti, giocare il campionato allievi nazionali sotto età non è cosa da tutti, inoltre c’è la concorrenza di un altro portiere da fronteggiare ma Nunziata non si demoralizza ed in poco tempo riesce a riprendersi la sua porta: «Sì all’inizio non ero titolare, dovevo sgomitare un po’ ma alla fine sono riuscito a confermarmi titolare, inoltre le presenze devono essere state buone visto che sono stato convocato in Nazionale». E arriviamo al terzo capitolo della carriera di questo giovane portiere, ossia la maglia azzurra: «Sono due anni che gioco in Nazionale, prima con l’under 16 e da quest’anno con l’under 17. Inoltre ho avuto l’onore di difendere la selezione nel corso degli Europei di categoria, un emozione grandissima che però sono riuscito a controllare». La stagione si è chiusa per Nunziata con la sconfitta del suo Chievo agli ottavi del campionato Allievi nazionali, una eliminazione che brucia ancora fortunatamente però potrà rifarsi nel prossimo campionato Primavera che, sicuramente, lo vedrà protagonista: «Mi dispiace per l’eliminazione perché sul secondo gol, quello decisivo, potevo e dovevo fare di più, invece mi sono fatto sorprendere da un tiro da fuori. A volte capita di essere sicuri della presa per poi perdere il controllo della sfera, cosi come è accaduto a Green con l’Inghilterra. Inoltre gli ultimi palloni realizzati, gli stessi del Mondiale per intenderci, sono molto leggeri e prendono traiettorie incredibili». Essere un giovane portiere professionista con tanto di sponsor e procuratore, giocare in Nazionale da due anni, prepararsi ad un campionato Primavera potrebbe ‘‘montare la testa’’ di tantissimi giocatori, ma non di Luca Nunziata: «Si, ho fatto molte cose che impressionerebbero molti ragazzi della mia età, essere sponsorizzato dalla Puma mi fa grande onore ed anche giocare in Nazionale per me è un vanto ma so che tantissimi sono riusciti a raggiungere questi obiettivi e poi alla fine si sono persi nell’anonimato. Io invece voglio rimanere con i piedi per terra, dare il 110 % delle mie possibilità e poi vedere dove sono arrivato».
LA SCHEDA – Classe 93, Luca Nunziata è un portiere molto tecnico in forza alle giovanile del Chievo Verona da 3 anni.
Cominciata la sua carriera all’età di 7 anni, dà i suoi primi calci al pallone allenato da Mister Forcella, passato a 9 anni alle giovanili del Civitavecchia viene seguito dal preparatore dei portieri Ezio Cascianelli che impartisce al giovane giocatore le basi del ruolo più oneroso del gioco del calcio: il portiere. Ad undici anni decide di trasferirsi al Corneto per motivi famigliari, l’allenatore Petronilli si rende conto del suo valore dal primo allenamento, purtroppo per lui Nunziata l’anno successivo decide di passare prima al San Gordiano e poi, successivamente, al Ladispoli dove rincontra il preparatore Ezio Cascianelli. L’anno successivo arriva la chiamata del Chievo Verona nel quale gioca tre stagioni consecutive riuscendo a collezionare anche diverse presenze nelle nazionali di categoria. Nel suo palmares ci sono solo le finali del campionato giovanissimi nazionali perso al fotofinish contro l’Atalanta. Sponsorizzato Puma, il giocatore è seguito dal procuratore Battistini. Il prossimo anno giocherà il campionato primavera sempre con il Chievo.