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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Sequestrata la bottiglia rinvenuta a Montalto

    MONTALTO DI CASTRO – Potrebbe essere una bottiglia la chiave di volta del giallo di Sant’Agostino. Una bottiglia in vetro verde, simile a quelle di birra, contenente 5 euro con una scritta in lingua straniera, forse spagnola o forse romena, è stata infatti sequestrata stamattina dai Carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Viterbo alla redazione di Tusciamedia di Montalto di Castro. La bottiglia è stata ritrovata venerdì, 15 ottobre, il giorno dopo il ritrovamento, nella macchia di Sant’Agostinio, del cadavere di Gabriel Farcas. Ad accorgersi della presenza, sulla spiaggia di Montalto di Castro, a pochi metri della centrale Enel, è stato un montaltese che l’ha poi consegnata ai giornalisti. La bottiglia, in un primo momento è stata interpretata come l’ennesimo messaggio arrivato dal mare, forse un messaggio d’amore, ma il fatto, pubblicato soltanto oggi sul sito d’informazione on line, dopo appena 40 minuti ha richiamato l’attenzione degli inquirenti che forse hanno ravvisato un possibile nesso con la morte del metalmeccanico romeno. omicidioIl messaggio, di 4 righe, nelle prossime ore sarà decifrato. I sospetti sul nesso con l’omicidio di Farcas, muoverebbero dal fatto che le possibile lingua in questione sia proprio il romeno, la nazionalità di Gabriel Farcas, che è nato a Bacau. Gli inquirenti non si sbilanciano. Intanto, da alcune indiscrezioni, emerge anche che al momento del ritrovamento della macchina, da parte dei carabinieri, sia stata rinvenuta all’interno dell’autovettura anche una bottiglia o lattina. Non si sa se di birra o altra bibita. Un fatto questo, che se confermato, potrebbe aprire una ulteriore pista d’indagine per gli inquirenti. Nuovi particolari intanto emergono sul ragazzo. Tutti parlano di una brava persona, «un bonaccione, capace sul lavoro, introverso e tranquillo». C’è chi sostiene che amava bere birra, ma forse come tanti coetanei della sua età. Intanto, non parlano i familiari del 32enne. omicidioPreferiscono non rispondere su quanto accaduto, lasciando agli inquirenti il compito di fare luce sulla strana morte dell’operaio. Il fratello più piccolo della vittima, Andrein, si limita a dire «Non lo sentivo da più di un anno. Per me è stato ucciso. Proprio non posso immaginare da chi, visto che era un ragazzo buono». La sorella più grande, Lucia, è invece telegrafica: «Rispettate il nostro dolore, troppe cose inesatte sono state dette. Gabriel, per esempio, non chattava con il computer. I carabinieri scopriranno cosa è successo». Chi invece ha qualcosa da dire, è Antonio Caietta, titolare della ‘‘Cm Industriali’’ con sede a Civitavecchia, per la quale Gabriel ha lavorato per sette anni. «Non ricordo come sia arrivato da noi, spiega Caietta, posso però dire che Gabriel era un ragazzo formidabile, molto intelligente e responsabile, ma anche riservato». Il titolare della Cm Industriali non si spiega cosa sia potuto accadere: «Uno dei miei migliori carpentieri meccanici – afferma – Che io sappia non ha mai avuto contrasti con i colleghi». «Dopo aver lavorato con me per 7 anni – fa sapere Antonio Caietta – sette mesi fa mi ha comunicato la sua decisione di voler andare via per tornare a casa (in Romania, ndr). Ho cercato di capire le sue ragioni ma lui, persona molto riservata, non è sceso nel dettaglio. Ovviamente gli ho detto che le porte dell’azienda per lui sarebbero rimaste aperte nel caso avesse voluto tornare. Ho sofferto molto quando ho saputo cosa è accaduto».
    Ale.Ro.
    Fa.Mar.