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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Sequestrati altri beni all'imprenditore sardo residente a Tarquinia

    TARQUINIA – Circa un mese or sono, dietro ordine del Tribunale Civile e Penale di Roma, erano avvenuti i primi sequestri nei confronti di un imprenditore di origine sarda ma stabilmente residente sul litorale laziale, a Tarquinia in una villa situata sulla Litoranea, che avevano riguardato beni immobili e attività economiche per un valore di oltre 15 milioni di euro. Le indagini, costantemente dirette dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, non si sono fermate; infatti la documentazione acquisita nel corso dei sequestri dello scorso mese di marzo, integrata con gli esiti di accertamenti bancari e finanziari su tutto il territorio nazionale, hanno permesso di ricostruire altre posizioni economiche e finanziarie riconducibili all’imprenditore, anche se spesso schermate e protette attraverso la fittizia intestazione delle attività a prestanome compiacenti. Questa mattina, sempre su ordine del Tribunale di Roma, nel corso di un’operazione della Guardia di Finanza che ha visto impegnati il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, il Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e la Stazione Navale di Civitavecchia è stato sottoposto a sequestro un ulteriore complesso di beni ed attività economiche. L’operatore economico, con precedenti per delitti contro la persona ed il patrimonio, già inquisito per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti via mare, pur dichiarando redditi a stento sufficienti ad assicurare il mantenimento della propria famiglia aveva accumulato, intestandolo a se stesso o a suoi stretti familiari, un ingentissimo patrimonio. La palese sproporzione tra i redditi dichiarati e la posizione economico-patrimoniale, uniti alla “pericolosità sociale” che secondo gli inquirenti sarebbe accresciuta nel corso degli anni, hanno indotto la Procura della Repubblica di Civitavecchia a proporre al competente tribunale di Roma l’irrogazione di una “misura di prevenzione” di carattere personale e patrimoniale, che prevede il sequestro non solo dei beni direttamente intestati al soggetto, ma anche di quelli intestati a familiari e prestanome, a propria volta privi di reddito, che si erano prestati a fungere da schermo nel tentativo di eludere eventuali provvedimenti giudiziari. I beni sottoposti a sequestro a seguito delle indagini svolte dai militari del Corpo comprendono tredici immobili, cinque autovetture, quattro società commerciali intestatarie di ulteriori immobili e numerose quote societarie. L’operazione rientra tra gli obiettivi che le Fiamme Gialle stanno perseguendo da tempo nel contrasto alla criminalità organizzata con particolare riferimento all sequestro di beni accumulati illecitamente, allo scopo di prevenire e reprimere l’inquinamento dell’economia sana attraverso l’immissione di capitali investiti dai sodalizi criminali.

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