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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Sequestrati beni per 1 milione ad un pregiudicato

    CIVITAVECCHIA – “Time & Money”. Questo il nome dell’indagine a seguito della quale, questa mattina, i carabinieri della stazione di via Antonio Da Sangallo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per circa 1 milione di euro emesso dal giudice Angelo Giannetti, su richiesta del sostituto procuratore Margherita Pinto.
    Si tratta di tre appartamenti, due locali commerciali, tre magazzini e due terreni, tre autovetture ed un motociclo, un autocarro ed un rimorchio, orologi di marca e conti bancari intestati tutti al pregiudicato 37enne D.M., già condannato per traffico di stupefacenti, oggi indagato per usura.
    Secondo gli inquirenti tra gennaio e maggio del 2009 aveva prestato somme di denaro a quattro persone per importi leggermente inferiori ai 100 mila euro ciascuno, applicando interessi mensili del 30%.
    L’attività investigativa, partita nel 2008, ha preso il via dopo la denuncia di furto, sporta proprio dallo stesso indagato, di un’intera collezione di orologi di prestigio e gioielli per un valore di oltre 150 mila euro, coperti da assicurazione, spariti dalla sua abitazione.
    Gli inquirenti, temendo che si trattasse di una truffa ai danni della compagnia assicurativa, avviarono una serie di indagini sui rapporti che il pregiudicato tesseva con altri personaggi del litorale laziale. Proprio suSEQUESTRO questo fronte sono emerse delle anomale emissioni di assegni da parte dell’indagato, che dichiarò di averli versati a fronte del pagamento dei gioielli che gli erano stati rubati. In realtà la compravendita degli orologi era stata condotta ad hoc per coprire la sua attività usuraria. Di fondamentale importanza, in questo senso, furono le dichiarazioni fornite da una delle presunte vittime, un impiegato della zona che si era rivolto al pregiudicato per far fronte, con un prestito, al grave momento di difficoltà economica in cui si era venuto a trovare dopo essersi separato dalla moglie. Tali concessioni, dell’ordine di alcune migliaia di euro, in poco tempo lievitarono assumendo importi vertiginosi, ai quali le vittime non riuscivano a far fronte.
    Gli accertamenti sono stati estesi anche all’acquisto di appartamenti e terreni da parte dell’indagato, che nonostante dichiarasse al fisco solo tremila euro annui, conduceva un tenore di vita altissimo con i proventi dell’attività usuraria. In un caso è emerso che un imprenditore di Civitavecchia, ennesima vittima dell’usuraio, era stato costretto a cedere un terreno per estinguere il debito contratto.