TARQUINIA – Faceva la commessa di una nota e pregiata gelateria di Tarquinia e per questo riceveva uno stipendio ben più alto della media, per simili attività lavorative. «Novecento euro al mese e un contratto a tempo indeterminato», assicurano i datori di lavoro, Santino e Filippo della società Safil. Evidentemente però tale somma non bastava alla ragazza di 26 anni, N.G. romena, che ha ben pensato di dichiararsi a più riprese malata per lunghi periodi, anche di 20-30 giorni consecutivi, per andare a svolgere anche un altro lavoro come cameriera presso un noto agriturismo della città. La condotta della 26enne ha messo in difficoltà Santino che, ignaro del raggiro della giovane straniera, si è trovato costretto a pagare agli altri dipendenti i turni di lavori straordinari necessari per sopperire alla mancanza della ragazza. Una sera, però, Santino si è recato a cena con amici presso il rinomato agriturismo della città e con sua grande sorpresa ha notato la sua dipendente – che lui stesso sapeva essere ‘‘ammalata’’ da 15 giorni e peraltro con un certificato attestante un proseguo della malattia per altri 10 giorni -, servire disinvoltamente ai tavoli del ristorante. Il titolare della gelateria ha subito chiamato la Polizia senza farsi notare e gli agenti del Commissariato intervenuti con la volante hanno subito accertato lo stato dei fatti. La ragazza era in effetti assunta in entrambi i posti di lavoro e quando era ammalata per la gelateria, lavorava al ristorante e viceversa, ottenendo così un doppio stipendio. È stata così denunciata a piede libero per truffa aggravata ai danni dell’Inps e degli stessi datori di lavoro, nonché licenziata da entrambi gli impieghi. «L’avevamo assunta poco dopo aver aperto la gelateria – raccontano i titolari della Safil – Ha lavorato per mesi percependo regolarmente lo stipendio, nonostante ci fossero periodi di scarso lavoro e difficoltà. Con l’arrivo della stagione estiva ha iniziato a chiedere l’aumento. Chiedeva cifre impossibili come 1800 euro al mese. Rivendicava straordinari per mezz’ora di lavoro in più, pur essendo sempre stata pagata anche nei giorni di lavoro in cui in negozio non entrava nessuno o addirittura tenevamo chiuso. Ha anche iniziato a rifiutarsi di firmare le buste paga, pur certificando le ricevute di pagamento. A luglio ha iniziato ad intensificare le richieste di malattia. Avrei voluto chiudere il rapporto di lavoro in maniera civile. Gli abbiamo offerto una cifra di liquidazione ma lei ha rifiutato. Ha iniziato a farmi scrivere dai sindacati. Per caso, durante una cena con amici ho scoperto il doppio lavoro. Ciò nonostante avrei voluto chiudere la vicenda con un accordo. Ma lei, dieci giorni fa, mi ha fatto chiamare ancora dai sindacati, pretendendo di avere ragione e chiedendo addirittura 6mila euro. Ho dunque deciso di inoltrare la denuncia».
Cronaca
2 Novembre 2011
Si finge malata per fare un altro lavoro