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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Sos Saline: l'erosione minaccia l'oasi

    TARQUINIA – Sos erosione alle Saline di Tarquinia. Alessio Gambetti scrive ancora una lettera al presidente della Regione Lazio Esterino Montino, per chiedere un intervento a difesa della riserva. “Per arginare questo fenomeno presso la spiaggia delle saline di Tarquinia la Regione Lazio ha programmato dal 19 giugno 2007 un’opera di ricostruzione della spiaggia per un ammontare finanziato di 2,4 mln di euro – scrive Gambetti – Il 4 gennaio 2010 l’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti annunciò per la fine di gennaio l’inizio dei lavori presso la spiaggia delle saline di Tarquinia. E il 12 gennaio 2010 il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola spiegò che da Roma giungevano buone notizie e che la Regione Lazio, l’Ardis e la Protezione Civile Regionale stavano accelerando l’iter dei lavori dell’opera di rinascimento”. “Siamo a febbraio 2010 – incalza Gambetti – ma dei lavori niente, che cosa sta accadendo?, perché di questi continui ritardi? La situazione è ormai al limite, sono centinaia i metri di ambiente dunale andati distrutti”. Dal 19 giugno 2007 data in cui fu programmata quest’opera ad oggi, la spiaggia è arretrata di alcune decine di metri e in alcuni punti è ormai inesistente. Il mare arrivato ormai a pochi metri dalle vasche per la produzione del sale sta mettendo a rischio la stessa oasi di ripopolamento animale. La gestione della Riserva, che si estende per circa 170 ettari, è affidata al Corpo Forestale dello Stato, che la esercita attualmente per il tramite dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Roma. La “Salina di Tarquinia” risulta inclusa nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), proposti nel Lazio ai sensi della direttiva 92/43 CEE ed è qualificata come Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della direttiva 79/409 CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Habitat ideale per la sosta di diverse specie di uccelli sia stanziali che migratori tra i quali, il Fenicottero rosa, il cavaliere d’Italia, il cormorano, l’airone cinerino, ed altre specie, ospita animali selvatici come la volpe, la nutria, l’istrice, lo scoiattolo, il riccio e la testuggine comune.

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