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    Sanità
    2 Novembre 2011
    Stato d’agitazione alla clinica Siligato

    CASACIVITAVECCHIA – «Siamo pronti ad inasprire la protesta intrapresa ed attuare forme di lotta eclatanti a tutela dei diritti dei cittadini e dei lavoratori se la Regione Lazio persisterà nell’attuazione dei decreti senza ascoltare i gridi di allarme che ormai giungono da ogni parte». Lo promettono Angelo Guiducci, coordinatore del settore sanità per Cgil Fp e Costantino Giampieri, responsabile sanità della Uil Fpl, annunciando lo stato di agitazione del personale della clinica Siligato. Nei giorni scorsi, infatti, è stato siglato un atto per tagliare il budget imposto alla struttura: in pratica si passa da 2 milioni e 500 euro a 1 milione e 900 mila. Questo rischia di tradursi in una riduzione delle prestazioni per una clinica che è un punto di riferimento per il territorio. «Il taglio al budget – spiegano dai sindacati – unito all’impossibilità di implementare l’attività chirurgica ha generato il suo primo effetto: ai dipendenti della clinica non è stato corrisposto lo stipendio di luglio e l’amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali per il prossimo 3 settembre. Data in cui sarà proposto e discusso un nuovo piano organizzativo della Casa di Cura che certamente non sarà rose e fiori per i dipendenti e con tutta probabilità non consentirà di garantire gli attuali livelli occupazionali finora assicurati». Secondo Cgil Fp e Uil Fpl, inoltre, «le misure restrittive imposte dal Governo per far rientrare dal deficit la sanità del Lazio, accettate passivamente dal Commissario ad Acta, oltre ad affossare la Asl RmF investiranno drammaticamente – hanno aggiunto – anche la sanità privata. Il quadro che scaturisce dall’esecutività degli atti è desolante, si rischia di fare terra bruciata di un servizio sanitario locale che storicamente era ed è punto di riferimento della cittadinanza». In quest’ottica si aggiunge il grido d’allarme dei «pochi dipendenti rimasti a Villa Benedetta, unica struttura legalmente accreditata – spiegano – vogliamo ricordare che oltre 20 dipendenti hanno perso il posto di lavoro senza che il sindaco di Civitavecchia o i sindacati abbiano speso una sola parola. Tale discriminazione ingiusta mette in evidenza quanto in questa città si dimentichi un centro sanitario storico, con all’attivo migliaia di interventi chirurgici effettuati, con personale altamente qualificato: stiamo facendo “salti mortali” per mantenere il posto di lavoro e continuare a dare, in silenzio servizi eccellenti sanitari».