TARQUINIA – Anche Antonio Vicari, dell’Udc di Tarquinia, prende la parola sulla questione dello stupro di gruppo. Continuano a moltiplicarsi gli interventi tra chi difende e chi condanna la decisione del giudice di affidare gli otto ragazzi ai servizi sociali, ricorrendo all’istituto della messa in prova per 28 mesi. “All’indomani della sentenza sullo stupro di Montalto mi è venuta spontanea una domanda: un reato che ha come soggetto la sopraffazione fisica e psicologica di una persona può essere punito in modo diverso e se si perché? – si domanda Vicari – cosa è che determina il diverso trattamento tra un criminale rispetto ad un altro? Per Montalto, come per la Caffarella (a Roma), siamo tutti rimasti colpiti dalla gratuita violenza che ha colpito due ragazzine qualunque, due ragazzine che assomigliano alle nostre stesse figlie con gli stessi sogni, desideri e voglia di crescere in un mondo dove non dovrebbe esistere la paura dell’orco. Un orco che dovrebbe essere solo nelle favole ma che, purtroppo, nella vita reale rappresenta chi ha voluto coscientemente spezzare la speranza e la fiducia in due bambine. Questo, o questi orchi che pena meritano? Perché in un caso la pena non è stata sancita e nell’altro si? Io non credo che la bilancia della giustizia debba avere due pesi diversi.: lo stesso reato va punito con la stessa severità, con la severità che tenga nella giusta considerazione quanta sofferenza ha provocato nella vittima. La mia riflessione cerca di superare le polemiche legate ai comportamenti poco edificanti, alla solidarietà negata grazie ad una sentenza che rende vittima per la seconda volta ma si domanda quale sia il giusto risarcimento al dolore e alla paura che distruggono il futuro, quel futuro che è diritto universale”.
Cronaca
2 Novembre 2011
Stupro di gruppo: prende la parola Antonio Vicari dell'Udc di Tarquinia