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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Stupro di gruppo, si riapre il processo

    MONTALTO DI CASTRO – La Corte di Cassazione ha sospeso il provvedimento di messa in prova per gli otto ragazzi di Montalto di Castro accusati di stupro di gruppo nei confronti di una giovane tarquiniese all’epoca dei fatti 15enne. Il provvedimento di messa in prova era stato disposto nel maggio 2009 dal gup De Biase, ma lo scorso novembre la Procura generale aveva presentato ricorso contro il beneficio concesso, a seguito di una lettera inviata dagli avvocati difensori della ragazza, Piermaria e Agnese Sciullo. Con la decisione della Corte di Cassazione riprende dunque il processo a carico degli otto giovani ormai maggiorenni e si interrompe il percorso di reinserimento sociale da loro intrapreso nell’ottobre 2009. Percorso che prevedeva 28 mesi di servizio a disposizione della società per ciascuno degli accusati, tenuti sotto stretta sorveglianza degli assistenti sociali che ne avrebbero dovuto stilare una valutazione finale. Il processo riprenderà con l’udienza preliminare fissata per il prossimo 6 luglio al tribunale per i minorenni di Roma, davanti al giudice Debora Tripiccione, in sostituzione del gup De Biase. Ad accompagnare la ragazza e la madre in aula ci sarà anche la consigliera per le Pari opportunità della Provincia di Viterbo, Daniela Bizzarri che da sempre segue la vicenda. Probabilmente ad influire sulla decisione della Cassazione sono state anche le recenti polemiche approdate su tutti i media ed in particolare in televisione. Durante la trasmissione televisiva ‘‘Domenica 5’’, condotta da Barbara d’Urso, intervennero alcuni genitori dei ragazzi accusati dello stupro, innescando un vivace dibattito tra favorevoli e contrari alla messa in prova. Il fatto, come si ricorderà, risale alla notte tra il 31 marzo e il primo aprile 2007. La giovane aveva 15 anni, e i ragazzi erano più o meno coetanei. Durante una festa di compleanno, la tarquiniese si è allontanata fino alla pineta di Montalto Marina (nella foto). Lì, secondo la ragazza, si sarebbe consumata una violenza di gruppo. I ragazzi hanno invece fornito la versione di un gioco al quale lei sarebbe stata consenziente. Ciò nonostante gli otto ragazzi hanno espresso pentimento. Il fatto, denunciato dopo qualche tempo dal professore dell’istituto scolastico che la ragazza frequentava, fece subito scalpore, dividendo l’opinione pubblica sulla reale ricostruzione dei fatti. Ad incrementare l’interesse mediatico della vicenda fu anche l’anticipazione, da parte del Comune di Montalto, di 35mila euro alle famiglie degli otto indagati, quale presunto pagamento delle spese legali. La Procura di Civitavecchia a dicembre ha presentato richiesta d’archiviazione in merito al procedimento a carico del sindaco Salvatore Carai.