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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Tartaruga esotica rinvenuta sulla spiaggia, la Lav: "Nessun allarmismo"

    TARQUINIA – Anche nel viterbese si fanno più frequenti le segnalazioni di abbandoni o incuria gestionale di animali esotici. E’ questo il caso dello spiaggiamento a Tarquinia di un esemplare di tartaruga della Florida (Trachemys scripta elegans). Sul clamore che si sta sviluppando attorno al ritrovamento di questo tipo di animali (a Civita Castellana è stato ritrovato un iguana ) prende la parola la Lav per smorzare l’allarmismo.  “Appare opportuno – scrive in una nota Cristiana Soccini della sezione di Tarquinia – fare alcune precisazioni al riguardo, per non dare adito a quanto già sperimentato anni addietro in altre realtà italiane che, causa informazioni errate e allarmistiche, hanno visto il dilagare del fenomeno degli abbandoni di rettili esotici purtroppo ormai troppo diffusi anche nelle case dei viterbesi”. “Trachemys s. elegans – spiega la Soccini – come tutte le tartarughe acquatiche che, disgraziatamente, ancora oggi sono in vendita in negozi e bancarelle, sono d’acqua dolce e non marine. Purtroppo, queste specie non sono protette nei luoghi d’origine e la comunità europea non ha voluto, causa la lobby dei commercianti, ascriverle, come Trachemys s. elegans, fra le specie oggetto di divieto commerciale, sostituendole così al posto della tartaruga dalle guance rosse, invadendo i mercati di altre specie, determinando l’abbandono di nuove ulteriori specie nell’ambiente. Ad ogni buon conto, tutte queste non risultano essere pericolose per la salute umana né portatrici di zoonosi se non tanto quanto tutte le altre specie autoctone, inclusi gli animali d’affezione, come confermano anche recenti indagini laboratoriali. Sconfessata recentemente anche la supposta competitività per il cibo e per le aree di riscaldamento fra le specie esotiche e i cheloni autoctoni (Emys orbicularis), penalizzati, semmai, dalla perdita di habitat originari e dalle uccisioni deliberate”. Negli ultimi anni la sottospecie ritrovata sulla spiaggia tarquiniese è stata oggetto di un intenso commercio internazionale, che ha interessato centinaia di milioni di individui destinati a soddisfare le richieste dei mercati occidentali della terraristica e di quelli orientali della gastronomia. Perciò questa sottospecie può, a ragione, essere considerata una fra le testuggini più diffuse nel mondo. Peraltro, la mortalità negli individui detenuti in casa, appare elevata e determinata dalle cattive condizioni di allevamento (assenza di sole, carenze vitaminiche ed alimentari) che favoriscono la comparsa di patologie a decorso negativo, dalla generale debilitazione che gli animali presentano all’atto del rilascio, che favorisce le lesioni cutanee con il conseguente insediamento di agenti infettivi. Anche l’iguana è specie largamente commerciata nel nostro paese poiché più resistente di altre, alle condizioni di detenzione generalmente inadeguate date dall’acquirente non specialista. Come per le tartarughe, si vendono i cuccioli di questa specie. Nessuno mai, infatti, acquisterebbe un esemplare adulto di oltre un metro che usa la potente coda come scudiscio per difendersi… tanto che sono proprio gli esemplari adulti ad essere abbandonati. Approfondimento a parte meriterebbe l’alimentazione da somministrare a queste specie, di cui sovente l’acquirente non sa nulla e di cui non riceve alcuna informazione adeguata all’atto della vendita. La crescita rapida degli esemplari che si trovano abbandonati e le deformità nel carapace, infatti, denotano una superalimentazione costituita totalmente da preparati pronti, presenti in commercio, somministrati in quantità eccessive e dall’assenza di adeguati apporti di cibo fresco adatto. Senza considerare anche la difficoltà per il detentore di ricorrere nell’eventualità ad un medico veterinario specialista, reperibile solo nelle metropoli. In ogni caso, per il riscatto e la detenzione queste specie, non essendo tutelate né vietate, non sono indicati specifici organismi competenti. In genere è meglio rivolgersi comunque alle associazioni animaliste o ambientaliste che, attraverso il riconoscimento corretto della specie da parte di specialisti riconosciuti, potranno indirizzare l’animale o contattare l’eventuale organismo di riferimento. Né l’iguana, né la tartaruga guance rosse sono elencate fra gli animali ritenuti pericolosi, di cui alle leggi n.150/1992 e n.213/2003 che elencano mammiferi, rettili e arancini di velenosi o azzannatori. Nel Lazio però esiste la legge regionale 89/1990 e successivo regolamento attuativo, che obbligano sia i venditori che gli acquirenti ad una serie di richieste, accertamenti, verifiche periodiche presso e da parte delle Asl territoriali per tutti i mammiferi, uccelli, rettili, anfibi esotici compravenduti di cui tutti gli interessati, commercianti inclusi, debbono tenere registri aggiornati. Resta il fatto che qualsiasi problema può essere contenuto o evitato, agendo in forma preventiva, quindi: tutte queste specie devono essere escluse dal commercio sia per salvaguardare le popolazioni originarie da cui provengono i riproduttori utilizzati dalle fattorie che producono a milioni questi animali, sia per evitare l’introduzione in natura di un ulteriore elemento estraneo in ambienti già compromessi dalle attività umane (si pensi all’alterazione territoriale per urbanizzazione e agricoltura estensiva ed intensiva, insediamento di impianti energetici o industriali ad alto potenziale inquinante, sovraffollamenti umani con conseguente inquinamento da rifiuti organici e inorganici. Per ovviare all’immissione di specie alloctone in habitat naturali, in Italia sono stati attivati centri di raccolta, recupero e studio di animali esotici. On-line, facendo una corretta ricerca, si possono ottenere indicazioni in tal senso e ricuperare indicazioni utili per la gestione in terrario e acquaterrario di queste specie che dovrebbero quanto meno poter godere di una parvenza d’habitat originario essendo state private in modo incomprensibile e ingiustificabile della loro connaturata libertà”.