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    Speciale medicina
    2 Novembre 2011
    Terapia Ortodontica Intercettiva, come curare i denti senza… curarli

    \Negli ultimi anni è cresciuto in ambito ortodontico e ortopedico l’interesse per la crescita e la postura nei bambini piccoli di 4/5 anni.
    Oggi, infatti, la crescita cranio facciale non viene considerata più come un progetto immobile e non modificabile, ma come un divenire dinamico dove anche gli stimoli esterni ed interni sono importanti nell’influenzare il materiale genetico.
    In definitiva si è potuto osservare che, intercettando le anomalie di sviluppo di qualunque natura esse siano (ossee, funzionali, oppure dovute ad abitudini viziate, frequentissime nei bambini della società moderna ed industrializzata, come il succhiamento del dito, la deglutizione atipica e/o respirazione a bocca aperta, etc.) si possono ottenere risultati migliori e duraturi.
    Sono state definitivamente superate, quindi, le convinzioni del passato di seguire questa o quella filosofia ortodontica perché è stato finalmente dimostrato che, correggendo la causa e non gli effetti dei problemi si riescono a curare, oltre alla dentatura, una serie di disturbi quali otiti, scoliosi, cefalee etc.
    La terapia intercettiva è quindi non solo una forma di cura ma anche di prevenzione di sintomi e malattie che possono evidenziarsi durante la crescita. In genere si tratta di una terapia non invasiva o dolorosa, di facile applicazione ma impegnativa e, talvolta, può prevedere tempi lunghi, per cui per l’ottenimento massimo dei risultati devono essere rispettati alcuni canoni. Innanzitutto, il bambino deve avere un’età compresa tra i 4 e i 10 anni, la fascia ideale è quella intorno agli 8 anni. È indispensabile la collaborazione e la motivazione del bambino; i genitori devono capire la natura del problema e cooperare con il medico, dedicando tempo e spazio al bambino a casa (è importantissimo che si senta seguito, sostenuto e gratificato). Infine, la terapia deve essere portata a termine senza scoraggiamenti e/o ripensamenti.
    Gli apparecchi più usati nella moderna terapia intercettiva, accanto ai più classici e tradizioni Quaed Helix, trazioni extraorali, e gli apparecchi funzionali di tipo “attivare” o “rieducatore” (come Bionator, Frankel, Twin Block) sono i posizionatori universali in silicone oppure l’occlus-o-guide che hanno ampio utilizzo soprattutto nella correzione delle abitudini viziate. Nel caso di quest’ultimo apparecchio, si tratta di un dispositivo preformato, funzionale, molto tollerato e di facile applicazione, e può essere associato ad altre tipologie di apparecchiature ortodontiche ausiliari, e proprio per questa versatilità viene sempre più diffusamente impiegato.
    È doveroso però sottolineare che, nonostante la terapia intercettiva sia un grosso passo avanti nella correzione della dentatura, in una variabile percentuale dei casi deve far seguito una terapia ortodontica fissa per ottenere un bel sorriso. In questi casi la terapia avrà il solo obiettivo di ottenere un buon allineamento dentale e risulterà, quindi, meno impegnativa e di breve durata.

    Dr.ssa Fabiana Piergentili
    Odontoiatra