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    Economia e Lavoro
    2 Novembre 2011
    Tirrenia, tensioni alla banchina 18

    CIVITAVECCHIA – Tensione ieri mattina alla banchina 18 del porto, sottobordo alla nave della Tirrenia in partenza per Olbia. Lunghe file per imbarcarsi, auto sotto il sole e sindacalisti sul piede di guerra. Il motivo? Il comandante della nave non ha permesso loro di salire a bordo per l’assemblea dei lavoratori che si sarebbe dovuta tenere attorno alle 5.30, come comunicato per tempo dagli organizzatori. Il segretario nazionale della Filt Cgil Roberto Luvini, i delegati Filt per la Liguria e la Campania Vincenzo Accardo e Salvatore Boriello, e la segretaria locale Luciana Ceppolino sono rimasti a terra, senza poter salire. «Volevamo svolgere l’assemblea che sarebbe durata al massimo due ore, senza creare disagi ai passeggeri – ha spiegato Luvini – invece il comandante, su disposizione dell’azienda, non ci ha permesso di salire. Così ho formalizzato una lettera di sciopero che lui non ha accettato, facendo invece iniziare a salire i passeggeri e le auto». A quel punto i sindacalisti si sono allontanati, dirigendosi anche in Capitaneria di Porto. «Ovviamente denunceremo il comandante – ha aggiunto – per attività antisindacale. La nostra non è stata una resa, ma un atto di responsabilità, per evitare problemi di ordine pubblico». Certo i problemi, come hanno spiegato i quattro sindacalisti, delusi dalla assenza delle altre sigle sindacali, rimangono a bordo delle navi. «L’azienda – spiegano – non rispetta gli accordi sottoscritti, soprattutto per quel che riguarda la composizione degli equipaggi: dei 72 lavoratori presenti a bordo ce ne sono solo 58. I problemi si accentuano se si pensa che siamo in alta stagione e che le corse sono doppie, in andata e ritorno. I tempi sono stretti per risistemare la nave, che spesso è sporca; il personale è carente e, ad esempio, in una nave da 1300 passeggeri rimane aperto un solo bar con difficoltà nelle turnazioni. La sicurezza a bordo è a rischio e, come spiega l’azienda, i soldi sono scarsi per il 2008 e il 2009, e sarà così anche per il prosieguo dell’attività. Se così stanno le cose, allora è meglio la strada della privatizzazione».