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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Tornato alla luce il tumulo della Regina

    TARQUINIA – «Il tumulo detto ‘‘della Regina’’, riportato alla luce in questi giorni a Tarquinia, s’ispira a una tipologia di tombe reali dell’VIII-VII secolo a.C. che ritroviamo soltanto nella Cipro governata dai greci che adottarono usi e costumi analoghi a quelli narrati da Omero». Così il professor Alessandro Mandolesi dell’Università di Torino, che in questi giorni ha concluso con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria meridionale la campagna di scavo in località Doganaccia. Ne parlerà al convegno internazionale di Tarquinia previsto per sabato sul tema: ‘‘Mondo etrusco e mondo tracio: storia, arte, archeologia’’ (Sala Consiliare, Patrocinio del Comune di Tarquinia e della Provincia di Viterbo). Saranno relatori anche i professori M.Torelli (Università di Perugia), S. Steingraeber (Università di Roma 3), T. Stojanov (Università di Sofia), J: Valeva (Accademia delle Scienze), e D. Stojanova (Università di Sofia) e C. Manetta (Università di Roma 3) con altri.
    «Il tumulo, il più grande a noi noto – continua Mandolesi – ha 40 metri di diametro e vi fu seppellito un personaggio regale».
    Articolato in più spazi e complessi sepolcrali minori, con il suo largo accesso, un vero e proprio ‘‘piazzaletto’’ a cielo aperto utilizzato per le celebrazioni e gli spettacoli in omaggio al nobile defunto, in un ambiente fin qui inviolato, il tumulo ha conservato buccheri, armi ed altri importanti reperti che gli archeologi stanno valutando. Questi tesori evocano perciò le fasi di un’intensa e produttiva circolazione di arti e tecniche, e quindi di persone, in un’area compresa tra le sponde dell’Asia Minore, quelle del Danubio e del mar Tirreno. Le tombe dei re stanno quindi lì a interrogare gli studiosi sulle autentiche vicende che caratterizzarono le storie dei popoli. Nel dibattito che concluderà il convegno, forse l’anticipo di nuove pagine di storia.