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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Trasporto ferroviario: pendolari ancora all’inferno

    TARQUINIA – Gli annunci erano stati di quelli sensazionali. Il potenziamento del servizio per il periodo estivo sarebbe dovuto diventare realtà in base al contratto di servizio tra la Pisana e Trenitalia. Non più il capolinea a Civitavecchia, dove la gran parte dei treni regionali finiscono e iniziano la loro corsa da e per la capitale, ma anche fermate a Tarquinia e Montalto di Castro. Il potenziamento tanto atteso sembra però non essere stato ancora attuato nei termini attesi dai pendolari, tanto che il sindaco Mauro Mazzola è tornato a prendere in mano la situazione sulla scia dell’impegno, già da tempo annunciato, per chiedere alla Regione Lazio e a Trenitalia il potenziamento del trasporto ferroviario sulla tratta Roma-Tarquinia. Il primo cittadino etrusco, dopo aver appreso l’approvazione della mozione da parte del consiglio della Provincia di Roma al fine di ottenere un servizio migliore sulla linea Roma-Civitavecchia, ha dunque scritto al presidente Nicola Zingaretti per esprimere il suo pieno sostegno alla causa. «Le carenze del servizio elencate nella mozione – afferma il sindaco Mauro Mazzola – , con i relativi disagi per l’utenza, sono già da tempo oggetto di rimostranza nelle sedi competenti da parte di quesa amministrazione. Condivido dunque totalmente la linea adottata dal presidente Nicola Zingaretti e dalla sua giunta e auspico che anche il Comune di Tarquinia sia coinvolto nei futuri incontri della Provincia di Roma con le istituzioni preposte, nella convinzione che unendo gli sforzi si possano ottenere soluzioni degne di un paese moderno, quale è l’Italia: ovvero treni più puliti, più corse per i pendolari e maggior rispetto degli orari». Nell’ambito di un vertiche che si era svolto ad aprile, lo stesso sindaco Mazzola aveva riferito che per la fine dell’estate, la Regione Lazio avrebbe dato il via agli interventi di recupero della stazione locale. La Pisana aveva anche garantito entro la fine del 2009 l’acquisto di nuovi treni e l’incremento del parco carrozze. Delle promesse non si vede ancora concretezza e l’auspicio è che si possano recuperare i ritardi. Intanto però i pendolari continuano a viaggiare all’inferno.