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    Politica
    2 Novembre 2011
    Troppi galli per una Galletta

    di GIAMPIERO ROMITI

    IL (TRI)COLORE DEI SALTIMBANCHI – Meno male che l’Epifania tutte le feste s’è portata via. E (speriamo!) anche la voglia di alcuni “campioni” della politica casereccia di finire sul ring della notorietà attraverso qualche titolo di giornale. Ecco, la seconda che abbiamo detto ci auguriamo possa far sciogliere come neve al sole la montagna di polemiche sollevata dalla Befana Tricolore. Che è partita come un’iniziativa straordinaria smarrendo però lungo il suo tragitto un po’ di lucentezza se è vero che ancora oggi calamita commenti al cianuro specie da parte degli esponenti del centro destra. Di dominio pubblico quel che è successo: una simpatica calza donata ai bambini ed un giornale, col faccione del premier B. insanguinato, rifilato a mò di cadeau agli adulti. Insomma una trovata mica male, elettoralmente parlando (le Regionali si avvicinano…) Ma il punto almeno a nostro avviso è un altro. La manifestazione ha visto la presenza di due personaggi di spessore quali Luzzi e Gramazio. Entrambi ex An, ed oggi ovviamente Pdl, sono stati affiancati dal consigliere comunale Reginella e dal presidente circoscrizionale Frascarelli che degli onorevoli suindicati si sono dichiarati referenti politici. Ecco, oltre a schiamazzare sull’opportunità di ricorrere a quel foglio di carta raffigurante il Presidente del Consiglio, i cari amici del Partito delle Libertà avrebbero dovuto pure “magnificare” l’eccellente conoscenza dell’arte del “riciclaggio” dei due politici nostrani. Si dice: ricredersi è una grossa virtù. Giusto, ma solo in linea di principio. C’è infatti chi aggiunge: serietà e dignità suggerirebbero di non dover continuamente cambiare casacca per dissipare sospetti di varia natura. Le cronache, incontestabili, ricordano infatti che: 1) il signor Reginella ha indossato nel breve volgere di pochissimi anni la maglia di Forza Italia, quella di fan centrosinistrorso dell’ex sindaco Saladini, l’altra di moscheriniano doc e adesso del Pdl: performances straordinarie da saltimbanco siderale; 2) il signor Frascarelli è cresciuto invece nel vivaio socialista (vecchio Psi), poi s’è dato una guardata intorno ed ha capito che era bello farsi accarezzare la pelle dal vento berlusconiano, subito dopo ha pensato che sarebbe stato meglio stringere una… virtuosa amicizia con Pietro il Magnifico (alias Tidei) ed ora rieccolo in prima fila al fianco di due pezzi da novanta ex An: capriole stellari. Morale del gioioso 6 gennaio scorso: Befana Tricolore per Luzzi e Gramazio, variopinta (moltissimo!) per Reginella e Frascarelli.

    “CITTA’ SENZ’ACQUA” – E’ uno dei tantissimi titoli apparsi sui media nostrani in questi giorni. Ed è un po’ il replay di quanto accaduto nei mesi scorsi, con la variante, stavolta, che a causare il disagio in tantissime abitazioni dei civitavecchiesi sarebbe stata la piena (dovuta alle abbondanti piogge) del Mignone. Vabbè, diciamo che ultimamente non siamo una città particolarmente fortunata e a pagare le conseguenze più “dolorose” sono i rubinetti che restano a secco. Niente drammi, però. Ed anzi, calma e gesso. Pochi giorni or sono il Marchese del Pincio ha promesso l’acqua calda e merita di essere creduto al mille del cento. Soprattutto perché ha ormai deciso di dissetarsi alla sorgente dell’Ato 2. Sì, la stessa che ai tempi dell’amministrazione Saladini e della presidenza consiliare griffata Tiziano Cerasa (Pd) veniva considerata dall’attuale Pdl (allora Fi e An con il valore aggiunto dell’Udc) inquinatissima. Addirittura nel programma elettorale (che è ancora a disposizione di chi non lo avesse consultato) di “Io sono io” viene riportato in grassetto: “Il servizio idrico non può e non deve assolutamente essere privatizzato”. Commenti? Manco per idea. Va tutto bene “madamo” il marchese. E la folgorazione sulla via dell’Acea ancora meglio. Augh!

    UN “GIGANTE” IN VIA BRAMANTE – Campeggia solenne questo richiamo in uno dei giornali telematici locali ed incuriosisce quanto basta per andare a scoprire di cosa si tratta. Ebbene riguarda il megaedificio di via Bramante in costruzione nell’area che ha ospitato il magazzino Maury’s poi crollato. “Ma davvero è una parziale modifica della destinazione d’uso delle volumetrie ammissibili?”, si chiede l’autore del “pezzo”. E aggiunge sibillino anzichenò: “E’ tutto regolare quello che si sta realizzando e sono altrettanto regolari gli atti deliberativi che lo hanno autorizzato?”. Infine chiude: “Di certo fa sorridere pensare che ci troviamo di fronte ad una ristrutturazione “viaria ed edilizia”, come l’hanno definita i nostri creativi amministratori”. C’è poco da fare: si tratta di una vera cannonata. E più precisamente di una indelebile, inconfutabile, lapalissiana “notizia criminis”, di fronte alla quale l’autorità giudiziaria non può far finta di nulla. Ovvero: ha l’obbligo di verificare quanto emerge dall’articolo e di stabilire se il palazzo in questione sta nascendo in base alle norme vigenti. C’è bisogno (assoluto!) insomma di chiarezza. Perchè di presunti abusi si parla ormai un giorno sì e l’altro pure ed i cittadini devono sapere se c’è qualcuno (tra politici, dirigenti comunali e costruttori) che ciurla nel manico o se coloro che continuano a denunciare le molteplici irregolarità edilizie sono dei visionari o dei mistificatori. Chiaro?

    TROPPI GALLI PER UNA GALLETTA – Per gli aficionados “pidini” è inutile farsi illusioni: zero speranza che torni il sereno all’interno del partito. Le componenti franceschiniana, barbaranelliana e mariniana, difatti, non riescono ancora ad ingoiare il rospo dell’elezione del segretario bersaniano. E’ assai rarefatta, insomma, l’aria che si respira dalle parti della sezione “nonarola” anche se all’apparenza potrebbe sembrare che ogni cosa stia al posto giusto. Niente di più sbagliato: si tratta di una tregua armata agevolata dalla necessità di far buon viso a cattivo gioco fino al giorno in cui si dovrà infilare nell’urna la scheda valida per l’elezione del nuovo governo regionale. Dopodiché, scommetteteci senza titubanze, inizierà nuovamente una guerra senza esclusione di colpi. E, con tantissimi galli a cantare la serenata sotto il balcone di una galletta ritenuta troppo tideidipendente, chissà se si farà mai giorno.