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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Truffe con assegni rubati e cambiali false

    TARQUINIA – Gli investigatori del Commissariato di Tarquinia in questi giorni stanno effettuando controlli e perquisizioni nelle sedi di imprenditori ed aziende di Canino e Montalto di Castro per una presunta attività delittuosa consistente nell’utilizzo di assegni rubati e cambiali false utilizzate dagli imprenditori stessi per poter ampliare il proprio castelletto di credito in vari istituti bancari. Le attività d’indagine sono ancora in corso. Le perquisizioni in atto già da giovedì nelle cittadine viterbesi hanno dato modo alla Polizia di ritrovare decine di migliaia di euro in assegni e circa 50mila euro in contanti. La truffa posta in essere dagli imprenditori vedrebbe numerose vittime: oltre gli istituti bancari presso i quali veniva richiesto il credito, anche numerosi cittadini, tra Tarquinia, Montalto e Canino, di cui sarebbero state utilizzate le generalità per firmare le cambiali. Molti degli ignari firmatari in questione avrebbero dichiarato di non aver mai firmato tali titoli di credito. Massimo riserbo da parte degli inquirenti sull’intera vicenda. Sono infatti ancora in atto le attività di controllo. Oltre cinque persone sarebbero già state interrogate dagli inquirenti ed avrebbero confermato di essere all’oscuro delle firme apposte. Secondo quanto si è potuto apprendere tutto sarebbe partito da una cambiale postdatata di mille euro, risultata a firma di una dipendente d’azienda che alla richiesta del pagamento avrebbe scoperto di risultare firmataria del titolo di credito. Si parla di due aziende finite all’attenzione degli inquirenti, coordinati dal vice questore aggiunto Riccardo Bartoli: una facente capo ad un imprenditore di Tarquinia ed un’altra operante tra Montalto e Canino. Le due aziende, secondo quanto emerso, avrebbero rapporti commerciali tra loro. Al vaglio degli investigatori del Commissariato di Tarquinia, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, la posizione di entrambe le imprese: una delle due potrebbe anche risultare vittima del sistema, aver agito cioè “in buona fede”. Gli accertamenti in atto da parte della Polizia riguarderebbero oltre 100mila euro. Controlli in atto anche sui conti correnti. (Ale.Ro.)