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    Sanità
    2 Novembre 2011
    Un pronto soccorso che sta per esplodere

    CIVITAVECCHIA – Lo scorso 1° novembre abbiamo salutato con entusiasmo l’insediamento di Salvatore Squarcione al vertice della Asl Roma F, auspicando una ventata di rinnovamento soprattutto per il pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Sono passati quattro mesi e le cose non sono affatto migliorate. A dire il vero la situazione è precipitata vistosamente, tanto che il nosocomio cittadino non riesce più a far fronte alle continue emergenze che interessano anche i comuni limitrofi. Due medici, quattro infermieri e otto letti, questi i numeri di un pronto soccorso chiuso in pochi metri quadri. A dire il vero tra le cifre c’è anche il venti, che rappresenta il numero medio di pazienti ospitati costantemente in un pronto soccorso dalle dimensioni di un bugigattolo. Al di là degli interminabili tempi di attesa, basta entrare in astanteria per rendersi conto delle condizioni in cui i pazienti sono tenuti: una temperatura interna che sfiora i venti gradi e che si mescola al cattivo odore mette addirittura in difficoltà il personale medico e paramedico, abituato ad operare in situazioni estreme. C’è poi lo scandalo delle ambulanze, solo due a disposizione del San Paolo, che tra l’altro sono sprovviste di barelle in quanto quelle in dotazione vengono prima utilizzate per il trasporto dei degenti, poi lasciate a disposizione dell’ospedale che tra le mille lacune conta anche l’inefficienza degli strumenti. Le barelle che sostituiscono i lettini, molto spesso sprovviste di braccioli di protezione tanto da mettere in pericolo l’incolumità dei pazienti. Come accaduto pochi giorni fa, quando una persona anziana, trasferita per accertamenti da un reparto ad un altro, durante le manovre è caduta dalla barella, finendo rovinosamente a terra. Completano il quadro gli apparecchi per ecocardiogramma spesso fuori uso, gli aspiratori non funzionanti da chissà quanto tempo e i monitor a prova di ciechi. La direzione sanitaria del San Paolo ha disposto l’aumento dei computer per il pronto soccorso, da due a tre, assegnando di conseguenza il terzo medico del quale indubbiamente c’è bisogno ma che trova notevoli difficoltà ad operare in spazi ristretti. La situazione è esplosa e necessita ora di un intervento deciso di Squarcione. Il manager, che in più occasioni ha evidenziato le lacune della Asl Roma F, finora ha scelto di concentrarsi su altri settori per riportare la situazione alla normalità. Peccato che la vera emergenza, il pronto soccorso, sia rimasta tale, nonostante i proclami e le frasi fatte.