di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA – Dopo aver visto Ben Hur al Traiano è necessario fare una riflessione culturale. Da sempre il pubblico cittadino è stato considerato un pubblico giustamente esigente e, ricordo con piacere, che negli anni precedenti al restauro era diventato un polo attrattivo per le tournèe più importanti soprattutto di avanspettacolo e rivista. Se il pubblico di Civitavecchia applaudiva, gli attori andavano a Roma, se il pubblico non applaudiva lo spettacolo veniva modificato sostanzialmente. Oggi ci troviamo di fronte ad un Sergio Rubini che, inserito nel cartellone di prosa, sarebbe stato meglio collocato all’interno di una serie di incontri dedicati alla poesia e ad un ‘‘Ben Hur’’ invece penalizzato. Lo spettacolo di Clementi, già ospite in città con ‘’L’ebreo’’ e ‘’Ladro di Razza’’ è stato collocato nel cartellone delle Nuove Realtà Teatrali: uno spettacolo vivacissimo e divertentissimo che si è dovuto svolgere alla presenza di pochi abbonati e qualche appassionato richiamato dalla fama del testo che a Roma ha riscosso giustamente grande successo. Una scelta forse sbagliata; portare infatti i grandi nomi del cinema al teatro non può essere considerata a priori un’arricchimento, e viceversa.